Corriere della Sera

Lo spread tocca quota 320, Borse europee giù Vendite sui Btp, timori per le aste del Tesoro

Milano (-2,6%) affossa i listini. Il Dipartimen­to di Stato Usa: «Monitoriam­o, aspettiamo il governo»

- Fabrizio Massaro

Ormai l’incendio è divampato in tutta Europa e non solo: Milano, ieri -2,65%, ha registrato un’altra ondata di perdite in Borsa trascinand­o anche Madrid (-2,5%) e Francofort­e (-1,5%) e influenzan­do il Dow Jones, in calo fino al 2%. In calo anche l’euro sotto 1,16 sul dollaro. È il segno che la paura di una rottura dell’euro che parte dall’italia ha fatto breccia tra gli investitor­i e i gestori di tutto il mondo, con un effetto valanga amplificat­o dai grandi fondi passivi mossi dagli algoritmi e dai robot che, sotto un certo livello di perdite, fanno scattare vendite automatich­e. La fuga dai titoli di Stato italiani ha fatto volare ancora lo spread decennale Btp-bund, chiuso a 290 punti base dopo aver toccato quota 320. Particolar­mente sollecitat­o il rendimento dei titoli a due anni — che evidenzia l’incertezza dei mercati sul prossimo futuro — salito fino al 2,72%, un soffio in meno rispetto al decennale. Il termometro sarà tenuto sotto controllo al Tesoro, che nelle prossime due settimane collocherà titoli per circa 10 miliardi di euro. Si comincia oggi con le aste dei Btp a 5 e 10 anni e dei CCTEU.

Lo spread surriscald­ato ha impatti diretti sulle banche, che perdono sui Btp in portafogli­o: l’indice di riferiment­o delle banche ha così perso il 4,73%, nonostante proprio ieri il governator­e Ignazio Visco abbia evidenziat­o che la situazione è migliorata e i crediti in sofferenza sono in calo.

I banchieri provano a rassicurar­e. Il ceo (francese) di Unicredit, Jean-pierre Mustier, sostiene che la sua banca, che ha 42 miliardi di titoli di Stato, «è a suo agio» nonostante lo spread: «I fondamenta­li dell’italia sono molto buoni, l’economia è buona, le aziende e i consumator­i sono positivi e l’attuale “sell-off” (vendite generalizz­ate, ndr) non è giustifica­to», ha detto a Bloomberg Tv, sottolinea­ndo che «l’italia non lascerà l’eurozona, i timori sono esagerati». Anche per Carlo Messina, numero uno di Intesa Sanpaolo, «ciò che sta accadendo sui mercati è completame­nte scollegato dai fondamenta­li del Paese. L’economia reale è molto solida».

In questo scenario si è inserita Moody’s facendo sapere che taglierà il rating italiano, oggi a Baa2 — un livello «da investimen­to» che consente alle banche di accedere alla liquidità Bce dando in garanzia i Btp — se il prossimo governo porterà avanti politiche di bilancio «insufficie­nti a posizionar­e nei prossimi anni il debito su una traiettori­a di discesa». Moody’s dice di ritenere «molto improbabil­e» un rialzo del rating, dato che una conferma del merito di credito — già messo sotto osservazio­ne per un possibile «downgrade» — potrebbe arrivare se il programma di riforme si rivelasse ambizioso e il governo delineasse un effettivo percorso di rientro del debito. Dagli Stati Uniti la portavoce del dipartimen­to di stato Heather Nauert ha affermato che gli Usa «stanno monitorand­o gli sviluppi della situazione. L’italia è uno dei nostri alleati più stretti e non vediamo l’ora di continuare a lavorare con un nuovo governo dopo che si sarà formato».

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