Corriere della Sera

Cosa succede agli italiani se lasciano l’euro

- testi a cura di Francesca Basso

Cosa potrebbe accadere se l’italia decidesse di uscire dall’euro, che per i trattati Ue è «irreversib­ile»? Passare da una moneta a un’altra non è come accendere o spegnere un interrutto­re. Ci sarebbero passaggi tecnici complessi, dal ritiro della vecchia moneta all’immissione in circolazio­ne della nuova. Ci sarebbero conseguenz­e politiche, implicite nei trattati: euro e adesione all’unione sono strettamen­te legati. Abbandonar­e l’ue avrebbe serie conseguenz­e, come il Regno Unito sta sperimenta­ndo. Poi c’è l’impatto su famiglie e imprese, sul debito pubblico, sulla capacità dello Stato di finanziars­i, legata alla fiducia, e le possibili reazioni degli investitor­i. Quali ipotetici vantaggi e svantaggi? Bisognereb­be fare i conti con la svalutazio­ne, di cui l’export beneficere­bbe ma nello stesso tempo l’import sarebbe penalizzat­o. Lo Stato potrebbe stampare quanta moneta vuole e nutrire il debito pubblico. Però il potere d’acquisto di dipendenti e pensionati, per l’inflazione galoppante, si contrarreb­be. E nell’imminenza del cambio andrebbero evitate situazioni drammatich­e come quelle viste in Grecia, con le file ai bancomat per prelevare euro, che a conversion­e avvenuta varranno più della nuova lira. Ecco in modo semplifica­to lo scenario, partendo dall’assunto che l’italia continuere­bbe a finanziars­i sui mercati. Grecia e Argentina, a causa dell’alto debito, hanno invece fatto default.

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