La radioterapia anti tumore come un videogame
Il cerchietto rosso e il verde devono combaciare, guidati dal paziente. È lui che, dall’interno, li muove come in un videogame osservando l’immagine radiologica del monitor riflessa su uno specchietto. Quando ne ottiene la sovrapposizione, blocca il respiro per dare all’operatore il via all’irradiazione.
I ruoli appaiono capovolti. Il malato non è passivo, non è dentro al tunnel solo per ricevere cure ma per diventarne protagonista «pilotando» un macchinario di ultimissima generazione, dal nome vagamente Cos’è
● Il Mridian rilascia 4 immagini al secondo e consente di tracciare la posizione del tumore in tempo reale
● Ce ne sono 9 nel mondo, di cui 2 in Europa e uno al Policlinico Gemelli, nel centro ad alta tecnologia oncologica Art femminile, Mridian. Ne esistono 9 nel mondo, di cui 2 in Europa e uno al Policlinico Gemelli, nel centro ad alta tecnologia oncologica Art (advanced radiation therapy) di recente apertura. L’obiettivo è di offrire in un unico luogo tutte le modalità di radioterapia, compresa quella interventistica.
«Mridian è dotata di risonanza magnetica nucleare che rilascia quattro immagini al secondo e consente di tracciare la posizione del tumore in tempo reale per individuare il punto esatto da colpire, escludendo i tessuti sani, in modo estremamente selettivo», enumera i vantaggi il professor Vincenzo Valentini, direttore del polo di Scienze oncologiche ed ematologiche del Gemelli.
E chiarisce subito: «Questo trattamento è indicato per certi tipi di tumore molto limitati, cosiddetti mobili perché situati in organi del torace e dell’addome. Gli altri strumenti tradizionali mantengono validità, ogni persona ha la terapia migliore di cui ha bisogno». Come i farmaci, la radioterapia corre nella stessa direzione. Invasività ridotta al minimo, raggi intelligenti, la priorità è risparmiare le cellule sane.
Art non significa solo alta tecnologia. L’attenzione per l’ambiente fa parte del percorso di cura. Il corridoio di accesso alla sala bunker è tappezzato di murales con viste di Roma realizzati a titolo di volontariato da Silvio Irilli. Il piacere visivo contribuisce all’efficacia dei trattamenti. L’attenzione raddoppia nella sezione pediatrica dove i bambini si immergono nel fantastico mondo di Nemo. Su corriere.it Leggi tutte le notizie e gli approfondimenti sul sito Internet
Durante la seduta di radioterapia il paziente indossa cuffie e ascolta la musica di suo gradimento. Chiedere a malati di partecipare attivamente alla strategia anticancro non rischia di caricarli di insostenibile responsabilità? Racconta al contrario uno di loro, in sala di attesa: «Non nego che all’inizio ho provato una certa ansia. Poi però sono stato assalito dalla gioia sottile di giocare al videogame per me stesso. Comando io, fissando il mio nemico sul monitor, dichiarandogli guerra apertamente. E sono io a sparare il proiettile con una carabina di precisione».
Il ruolo del paziente
Il malato non è passivo, è lui a «pilotare» il nuovo macchinario guardando il monitor