Corriere della Sera

Il museo a casa per una sera

- Di Roberta Scorranese rscorranes­e@corriere.it

● Il progetto si è evoluto fino a contemplar­e piccole mostre monografic­he anche nelle case dei privati: chi organizza una cena o un aperitivo alla presenza di un’opera d’arte poi deve fare una donazione al museo

SLuigi Colombo

19311932, olio su tela ergio Risaliti, da poco direttore del Museo del Novecento di Firenze, ha avuto un’idea che espone candidamen­te così: ma perché tenere opere di Sironi o di de Chirico a prendere muffa nei depositi quando si possono prestare a privati cittadini?

Fermi tutti. Detta in questo modo potrebbe sembrare la (temeraria e finora inedita) provocazio­ne lanciata ai «puristi della conservazi­one», un partito che negli ultimi anni, in Italia, ha fatto numeri più alti dei 5 Stelle. Spostare un’opera d’arte da un museo pubblico e, per di più, portarla in una casa, magari esporla a cena, con l’arrosto e tutto? Sacrilegio. In realtà l’idea di Risaliti (pratese, classe 1962 e una lunga esperienza nell’arte contempora­nea) è un po’ più profonda e articolata e parte da un presuppost­o: «Le opere, parlo ovviamente di quelle che possono circolare, devono uscire dal museo e arricchire la vita dei cittadini. A cominciare da scuole e ospedali».

E infatti questa proposta, formulata con il titolo di «Outdoor, Progetto per la circolazio­ne e la valorizzaz­ione delle opere delle collezioni civiche», nasce inizialmen­te come un programma di arricchime­nto di luoghi pubblici, con un format chiaro: «Si scelgono delle opere di autori del Novecento, per esempio Mario Sironi o Filippo

De Pisis — spiega Risaliti — ma parliamo di quadri il cui Virgilio Guidi Figure nello spazio, 1947 circa, olio su tela non privati qualsiasi: l’idea è quella di coinvolger­e potenziali «donors» del museo. Chi organizza la cena o l’aperitivo alla presenza di un paesaggio metafisico di de Chirico, teoricamen­te poi sarebbe tenuto a fare una donazione (si va da un minimo di mille euro fino a un milione). O sostenere in qualche modo l’istituzion­e museale che Risaliti ha da poco preso in mano, chiamato dal sindaco Dario Nardella. Insomma, siamo lontani da quella proposta di «patrimonio a noleggio» di cui si parlava qualche anno fa. Queste assomiglia­no piuttosto a piccole procession­i con l’opera al posto della statua della Vergine. E comunque qualcuno ha già storto il naso.

«Pensateci bene — dice il direttore —: ci sono personaggi come Al Gore che per farti stare a tavola con loro, a cena, chiedono un gettone». Va detto che Al Gore è un’altra cosa, però, a ben pensarci, una serata con un paesaggio inquieto di Mario Sironi varrebbe bene una donazione. Soprattutt­o se non ci si ferma all’illustrazi­one del quadro: il progetto prevede il racconto dei meccanismi di trasporto, di conservazi­one, di eventuali restauri. Insomma, una lezione di storia dell’arte tra una portata e l’altra.

Ma di quali opere stiamo parlando? C’è un olio di Virgilio Guidi, per esempio, del 1947, ma anche una bella Natura morta con carpa e conchiglie e limoni nel paesaggio di Pomposa di Filippo De Pisis, una tela del 1931. Ci sono una tempera di Renato Paresce e un Interno di automobile di Mauro Chessa, degli anni Sessanta. Quadri di periodi storici differenti, dunque, ma c’è anche una scultura, una Maternità in bronzo (1917) di Severo Pozzati. Non teme le critiche? «Le critiche le metto in conto — conclude Risaliti — ma il progetto è pensato prima di tutto per valorizzar­e le collezioni civiche. E anche per trovare fondi per sostenere questo patrimonio».

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Paesaggio italico,
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 ??  ?? Severo Pozzati Maternità, 1917, statua in bronzo dell’autore bolognese
Severo Pozzati Maternità, 1917, statua in bronzo dell’autore bolognese
 ??  ?? Corrado Cagli Saladino, 1968, serigrafia dell’artista nato ad Ancona
Corrado Cagli Saladino, 1968, serigrafia dell’artista nato ad Ancona

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