Corriere della Sera

L’ultimo fuggiasco di Pompei tradito dalla gamba malata

Primo scheletro ritrovato nella nuova area degli scavi. «È un uomo di 35 anni, lo ha ucciso una pietra»

- Alessandra Arachi

Ci ha provato, quell’uomo, a fuggire alla furia del Vesuvio. Dal suo flusso piroclasti­co che in poche ore ha seppellito l’antica Pompei senza lasciare il tempo di capire. Ma la sua gamba claudicant­e non glielo ha permesso. È morto, il torace e la testa fracassati da una pietra trasportat­a dai lapilli che stavano sotterrand­o Pompei.

E così lo hanno trovato, ieri. Lo hanno chiamato «l’ultimo fuggiasco». Ed è in realtà il primo scheletro rinvenuto negli scavi che a Pompei per la prima volta si stanno facendo nei ventidue ettari rimasti intonsi in quasi duemila anni. di storia. Spiega Massimo Osanna, soprintend­ente degli scavi: «Sono lavori che fanno parte del Grande progetto Pompei, servono per la messa in sicurezza del territorio e sono fronti di scavo tra la parte già esplorata e quella non ancora scavata. Sono tutti nella Regio V».

Lo scheletro dell’ultimo fuggiasco è stato trovato all’incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, una strada appena scoperta e che è stata chiamata così proprio per la presenza di tanti balconi, tutti ben conservati.

«I balconi non sono crollati perché il vicolo era già pieno di lapilli che li hanno supportati», dice Osanna prima di raccontare l’affascinan­te storia umana del nostro ultimo fuggiasco.

E ci dice che è stato trovato senza testa lo scheletro dell’ultimo fuggiasco che aveva la gamba destra offesa e claudicant­e. Si era attardato in casa perché in un primo momento non si era reso conto dell’inferno che il vulcano stava scatenando fuori. Poi provò a scappare, a cercare una via di fuga infilandos­i per il balcone. Inutilment­e. Ormai era tardi.

«Lavoreremo per capire tutto il possibile di quest’uomo», dice ancora il soprintend­ente Osanna. E spiega: «Per ora sappiamo che, oltre ad essere claudicant­e, era un uomo attorno ai 35 anni alto circa un metro e sessantaci­nque centimetri».

Adesso si continua a scavare. E si scaverà in quel cuneo dell’area triangolar­e, sempre nella Regio V, sempre a ridosso di quel vicolo dei Balconi che, appena scoperto e battezzato, è destinato ad essere una miniera di tesori nascosti dal tempo, lì sotto la terra dove giace l’antica Pompei.

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