IL PARADOSSO DELL’ONU CONFERENZA SUL DISARMO GUIDATA DALLA SIRIA
La notizia diffusa due giorni fa è di quelle che lasciano senza parole. Quello stesso regime siriano accusato di aver brutalmente represso dal 2011 la rivolta della popolazione viene ora nominato alla presidenza di turno della Conferenza sul Disarmo (Cd). L’organismo, che raccoglie 65 nazioni tra cui l’italia, negli ultimi anni ha in verità condotto ben poche campagne. Ma qui valgono più le simbologie che i passi realmente compiuti. E comunque stiamo parlando dell’organizzazione mondiale maggiore nel suo campo. La Cd, sebbene non sia un organo che dipende direttamente dalla direzione del Palazzo di Vetro a New York, tiene formalmente le sue riunioni alla sede Onu di Ginevra. Così, il sanguinario regime di Bashar Assad viene rilegittimato a partner con pieni titoli nella lotta contro la crescita delle armi non-convenzionali, contro le guerre e i massacri di civili inermi. La Siria arriva in ordine alfabetico vicino alla Svizzera, per i regolamenti interni tocca adesso ai dirigenti di Damasco la presidenza per le prossime quattro settimane, si giustificano i burocrati del Cd. Come nulla fosse stato, vince la meccanicità cinica delle regole. In effetti, con un colpo di spugna si cancellano le torture sistematiche nei carceri del regime, si dimenticano soprattutto gli almeno 14 casi riconosciuti di utilizzo di agenti chimici, i lanci dagli elicotteri dei barili-bomba nel cuore dei quartieri civili, gli attacchi sistematici contro ospedali, medici e infermerie da campo. Un’osservazione che si può aggiungere è il grave silenzio dell’onu. Se è vero, come hanno sempre sostenuto storici e osservatori, che tra i motivi dello scoppio della Seconda guerra mondiale fu la crescente irrilevanza della Società delle Nazioni, allora la questione siriana ci deve preoccupare sempre di più.