Poste, dividendo su del 5% all’anno fino al 2020
L’ad del Fante: il core business non cambia, vogliamo arrivare al 40% del mercato dei pacchi
Il tonfo di Piazza Affari e il pressing sul debito sovrano sono il contesto di riferimento per l’assemblea di Poste Italiane. «Purtroppo ne stiamo soffrendo tutti del quadro generale», osserva l’amministratore delegato del gruppo Matteo Del Fante, spiegando gli effetti dell’andamento dei mercati sul titolo che ha archiviato la seduta con una flessione del 4,49%. Del Fante aggiunge, d’altra parte, che l’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato si traduce per chi, come Poste, sottoscrive le emissioni del Tesoro in «un’opportunità di fare investimenti più remunerativi, sebbene a discapito del soggetto emittente (il Tesoro, ndr)». Durante l’assemblea a cui ha partecipato il 78,4% del capitale il numero uno del gruppo ha riassunto la politica dei dividendi per i prossimi anni. «E’ confermato l’incremento del 5% in valore assoluto di anno in anno fino al 2020», un meccanismo di crescita giudicato «non solo sostenibile, ma anche conservativo, in virtù del fatto che l’azienda prima pagava l’80% dell’utile netto, mentre il fatto che sia fisso fa scendere l’asticella dall’80% a circa il 60%».
Il dividendo da 0,42 euro andrà in pagamento il 20 giugno con stacco della cedola il 18 giugno. I principali azionisti di Poste, ossia Cassa depositi e prestiti e il ministero dell’economia, incasseranno rispettivamente 192 e 160 milioni di euro. Nel medio termine il focus dell’azienda resta la sfida nella consegna dei pacchi, «con il piano strategico rimettiamo al centro della nostra attività il recapito che da oggi in poi è anche il recapito di pacchi. L’obiettivo è raggiungere una quota di mercato del 40%».
L’assemblea ha inoltre autorizzato un piano di buy back per un massimo di 65,3 milioni di azioni proprie pari al 5% del capitale, e fino ad un massimo di 500 milioni di euro.