Corriere della Sera

Popolari, spinta all’integrazio­ne «Mutuo sostegno nelle crisi»

Banca d’italia e Assopopola­ri aprono un dialogo con 20 piccoli istituti

- Fabrizio Massaro

C’è un dossier delicato che in Banca d’italia hanno preso a trattare da qualche settimana: quello di un intervento di emergenza nel caso di una crisi di liquidità in una banca popolare minore, una tra le circa venti presenti in Italia non abbastanza grandi da rientrare nella trasformaz­ione obbligator­ia in spa ma neanche così piccole da poter essere gestite con una procedura liquidator­ia come una Bcc di paese.

Così da qualche settimana la Vigilanza guidata da Carmelo Barbagallo e i vertici di Assopopola­ri, il presidente Corrado Sforza Fogliani (numero uno della Banca di Piacenza) e il segretario dell’associazio­ne Giuseppe De Lucia Lumeno, hanno avviato un confronto su come realizzare una forma di mutuo sostegno tra le piccole popolari, sulla scorta dei sistemi in vigore in Germania e in Austria, in particolar­e proprio sui temi della liquidità.

L’obiettivo non è creare un gruppo stile Credit Agricole in Francia — quello è piuttosto il modello seguito dalle Bcc per le loro holding — ma mettere in piedi un «meccanismo di protezione istituzion­ale con vantaggi nel calcolo dei requisiti patrimonia­li», ha detto ieri il governator­e della Banca d’italia, Ignazio Visco, in un breve passaggio delle sue Consideraz­ioni Finali all’assemblea di Palazzo Koch, anche se «sarebbe un passo verso forme più strette di integrazio­ne».

Il sostegno alle piccole popolari è fondamenta­le per non privare di appigli di mercato banche che dipendono in gran parte dai soci per il patrimonio, non essendo quotate.

È di questi giorni la notizia di un possibile aumento di capitale da 350 milioni di euro della Popolare di Bari, la più grande tra gli istituti (che dovrà trasformar­si in spa), che già per prima ha fatto ricorso alla garanzia dello Stato («Gacs») per vendere i crediti in sofferenza (Npl) cartolariz­zandoli.

Proprio la Bari, con altri 16 istituti popolari tra i quali Banca di Piacenza, Pop. Ragusa, Pop. Puglia e Basilicata, Valsabbina, Pop. Cividale, Pop. Sondrio, ha vita a inizio anno alla «Luigi Luttazzi spa», società consortile che va nella direzione indicata dal governator­e, ha commentato ieri Sforza Fogliani. Si occuperà di fornire servizi e strumenti comuni alle popolari socie come piani di recupero degli npl, istruttori­e su accordi commercial­i con fabbriche-prodotto, gestione di immobili, cartolariz­zazioni, organizzaz­ione aziendale, pubblicità, formazione, supporto alla riscossion­e dei tributi. «Quella degli accordi di territorio è la strada giusta», ha aggiunto Fogliani, «che consente di valorizzar­e istituti che si sono sempre distinti nell’erogazione del credito a Pmi e imprese, in molte zone d’italia oggi senza questo fondamenta­le aiuto».

Diversa è la situazione per le Bcc, ha sottolinea­to il governator­e Visco, per alcune delle quali l’integrazio­ne «è una necessità urgente». Secondo fonti autorevoli tra le 279 Bcc in Italia (già ridotte dal picco di 400) il 5-10 per cento mostrerebb­e segnali di vulnerabil­ità e alcune di esse, se la situazione peggiorass­e, potrebbero finire in liquidazio­ne se non saranno protette dal cappello di una delle holding adesso in fase di costituzio­ne.

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