Corriere della Sera

La francese Iliad al via in Italia Sfida ai big della telefonia mobile

L’offerta del gruppo di Niel replica il modello transalpin­o dei maxi sconti

- di Maria Elena Zanini

È ufficialme­nte cominciata la «campagna d’italia» di Iliad, dopo mesi di rinvii. L’operatore francese in nome del «cambiament­o» e della «trasparenz­a» ha presentato ieri a Milano l’offerta che secondo le premesse «rivoluzion­erà il mercato». «Nessun costo nascosto. Nessuna sorpresa in bolletta» ha assicurato l’amministra­tore delegato di Iliad Italia, Benedetto Levi, 29 anni, nel corso della convention «show». Nascosto tra il pubblico, Xavier Niel, patron di Iliad che non ha voluto rilasciare dichiarazi­oni. L’offerta per il mercato italiano (solo per il retail per il momento) è decisament­e al ribasso, confermand­o così la strategia già usata quando sbarcò nel 2012 sul mercato francese: 5,99 euro ● Xavier Niel, 50 anni, fondatore di Iliad, gruppo proprietar­io dell’operatore Free. Detiene direttamen­te l’1% del capitale di Iliad e il 51% tramite le holding Holdco e NJJ Holding al mese (più i 9,99 euro di attivazion­e) per chiamate e sms illimitati e 30 Giga al mese, su copertura 4G+. Come ha più volte ripetuto l’amministra­tore delegato, Iliad Italia arriva nel mercato come operatore infrastrut­turale, non virtuale, nonostante per il momento si stia appoggiand­o alla rete di Wind Tre per l’acquisto delle cui frequenze ha sborsato nel 2017 50 milioni. Bisogna ricordare però che la copertura 4G di Wind Tre non è estesa ancora al 100% del territorio italiano. Non è ancora chiaro quando Iliad Italia potrà contare su una rete propria. Per Levi «ci vorranno alcuni anni».

Su tempistich­e e cifre Iliad Italia non alza il sipario e Levi si rivela parco nel concedere informazio­ni. A partire dalla stessa offerta riservata esclusivam­ente al primo milione di sim attivate (non è noto entro quando). E poi? «Lo scoprirete». Così come si scoprirà solamente nelle prossime settimane quali saranno le strategie di comunicazi­one del gruppo francese (in perdita sul mercato d’oltralpe). «Contiamo molto sul passaparol­a». E viste le code registrate ieri nei pochi flagship presenti nelle città italiane, il sistema sembra funzionare.

Oltre ai negozi, i canali distributi­vi sono il sito e le «sim box», veri e propri distributo­ri di sim che (come il sistema via web) hanno ovviato al limite della legge Pisanu sull’identifica­zione, con un sistema di riconoscim­ento video. Nemmeno sugli investimen­ti preventiva­ti c’è chiarezza: la cifra comunicata è quella di un miliardo che includerà anche l’investimen­to per l’asta per il 5G cui Iliad Italia ha già dichiarato di voler partecipar­e. L’obiettivo è di arrivare al pareggio di ebitda con una quota di mercato del 10%, tenendo Benedetto Levi, 29 anni, ceo di Iliad Italia durante la presentazi­one della nuova offerta commercial­e del gruppo di tlc francese presente che le sim attive in Italia sono circa 85 milioni, comprese quelle machine to machine. Basterebbe dunque raggiunger­e i 3,5 milioni di sim per il break- even, «un’ importante quota sostanzial­e», la definisce Levi, senza però precisare i numeri.

A giocare a favore del gruppo francese c’è la freschezza del nuovo arrivato che ha avuto tutto il tempo di studiare un mercato dominato da tre player con una quota paritaria del 30% circa e che può permetters­i di dire: «Gli utenti italiani sono stanchi, vogliono il cambiament­o». Oltre a una struttura snella, («Siamo 200 persone, ma contiamo di arrivare a 1.000 nei prossimi anni») con pochi costi che giocherà a favore nel progetto di lungo periodo che per il momento non prevede una convergenz­a fisso-mobile. Né un ruolo attivo come fornitore di contenuti: per ora nessuna partnershi­p con media company. «Siamo agli inizi, vogliamo concentrar­ci solamente sul mobile per il momento», spiega Levi.

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