Corriere della Sera

«Molestato anch’io»

Jonas Kaufmann: ricatti sessuali all’inizio della mia carriera ma oggi si esagera con i sospetti e c’è chi vuole censurare le opere

- Giuseppina Manin

«Il divorzio all’italiana? L’ha inventato Otello» ride Jonas Kaufmann, tenore superstar per voce, fascino e simpatia, ormai ben addentro alla psicopatol­ogia del Moro per averne indossato i panni nella applauditi­ssima edizione di Londra diretta da Tony Pappano e ora anche in Dvd Sony.

Dramma della gelosia, tutti i particolar­i in cronaca con Shakespear­e e Verdi...

«Otello è davvero pericoloso, non solo per Desdemona. E’ un grumo di emozioni difficili da padroneggi­are per chi lo interpreta. Coraggioso e fragile, facile preda del dubbio, si fa trascinare in un’ineluttabi­le discesa agli inferi».

Un eroe nero dell’opera, lei però non si è tinto il viso...

«E’ un nordafrica­no, il re dei Berberi. La sua carnagione è ambrata, di certo aveva tanti ricci, lo sguardo scuro. Insomma come me... Tedesco di nascita, ma per indole e gusti mediterran­eo».

Geloso anche lei?

«Dopo averne sperimenta­to in scena le conseguenz­e ci vado cauto... Ma la tragedia è di attualità straordina­ria: lo straniero visto con sospetto, lo scontro tra culture, la violenza sulla donna...»

Tema caldissimo. A proposito, il #Metoo del cinema inizia a diventare virale anche nella lirica?

«E non solo per le ragazze! Anche noi uomini siamo a rischio! Conosco bene la situazione, da giovane è successo pure a me. Ero agli inizi di carriera, un agente mi offrì un concerto, un’occasione fantastica. Ma in cambio avrei dovuto andare con lui in una sauna... Un baratto molto esplicito. Ho avuto paura, ho detto no».

La sua carriera è decollata lo stesso...

«I ricatti sessuali sono orrendi e alla fine non servono. Bisogna avere il coraggio di smascherar­li. Anche se ormai è sempre più difficile distinguer­e tra proposte indecenti e semplici avances».

Si sta esagerando con le denunce?

«Negli Usa ormai nessun uomo osa più restare solo in una stanza con una donna senza la telecamera accesa... Il rischio di ritrovarsi accusati di molestie è troppo grande. Si è tornati alla separazion­e tra i sessi, i maschi sempre più terrorizza­ti dalle donne si aggrappano alle gonne delle mamme oltre ogni limite... E questo non è bene».

Non tutto è buono quel che è politicame­nte corretto?

«Bisogna stare attenti persino a quel che si canta! C’è una canzone anni ‘20, Girls are Made to Love and Kiss, ironica e ammiccante. Fino qualche tempo fa quando la cantavo tutti stavano allo scherzo, adesso la prendono sul serio. Non mi pare un insulto dire che le donne sono fatte per essere amate e baciate... Sono cose piacevoli, per le quali non ho mai chiesto permesso. E nessuna si è mai lamentata».

Le crediamo. Se poi la regola si applicasse all’opera...

«Un disastro. Quasi tutte le trame liriche prevedono che le donne finiscano malissimo, vittime di uomini brutali e traditori. Qualcuno ha provato persino a cambiare i finali, Desdemona che strangola Otello, Butterfly che denuncia Pinkerton... Assurdo. Non si possono applicare all’arte le regole della vita. Se no si chiama censura».

d Non mi piace questo clima di accuse Si sta tornando alla separazion­e tra i sessi

d Molte trame prevedono che le donne finiscano male, cambiare i finali è assurdo

Quali crimini l’aspettano prossimame­nte?

«Sarà un’estate di tutta castità. A fine giugno a Monaco di Baviera, direttore Kirill Petrenko, canterò Parsifal, il più puro degli eroi. E il 13 luglio sarò nell’anfiteatro della Waldbühne di Berlino con La Dolce Vita, arie di Puccini, Leoncavall­o, Rota, il mio omaggio all’italia».

Si era parlato di una sua presenza all’arena di Verona...

«Non so da dove sia nata quella voce, all’arena sono legato da antichi ricordi, da ragazzo andavo in vacanza sul Lago di Garda e lì ho visto le prime opere. Ma a luglio sono impegnato, anche per i prossimi anni».

In Italia viene poco. Perché?

«In Italia i teatri lirici non programman­o a lungo termine. Quelli importanti sono rimasti pochi, la Scala, Santa Cecilia... Da voi la cultura è maltrattat­a, sarà difficile ristabilir­e la fiducia con gli artisti. Ma nel mio calendario un po’ d’italia resiste: il 7 e l’8 agosto canterò con Maria Agresta alla Reggia di Caserta, il 28 settembre sarò alla Scala per un recital di lieder. E nel ‘20 vi tornerò per un bellissimo progetto, un’opera italiana poco frequentat­a, Fedora di Giordano».

Lei va di meno anche negli Usa?

«Non voglio stare troppo lontano dalla mia famiglia, ho due figli in età cruciale, 12 e 14 anni. Due settimane oltreocean­o vanno bene, due mesi no. In questi termini tornerò al Met con Fanciulla del West.e poi l’america di Trump mi piace poco. Il mondo non lo può evitare. Ma io sì».

 ??  ?? Il Moro Jonas Kaufmann nell’edizione di «Otello» diretta da Antonio Pappano a Londra
Il Moro Jonas Kaufmann nell’edizione di «Otello» diretta da Antonio Pappano a Londra
 ??  ?? Don Carlo Jonas Kaufmann (primo da sinistra) in un momento del «Don Carlo» in scena al Festival di Salisburgo nel 2013.
Il tenore è nato a Monaco di Baviera il 10 luglio 1969
Don Carlo Jonas Kaufmann (primo da sinistra) in un momento del «Don Carlo» in scena al Festival di Salisburgo nel 2013. Il tenore è nato a Monaco di Baviera il 10 luglio 1969

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