Corriere della Sera

Manuel, la «normalità» dalla pallanuoto a Pep

Il confidente di Guardiola: «Conta l’altruismo»

- Di Carlos Passerini

Quando dicono che Manuel Estiarte è stato il Maradona della pallanuoto, dicono la verità. Non c’è retorica, il paragone funziona, è corretto. Estiarte è stato una leggenda, uno dei più grandi in assoluto, un mito. È stato Maradona, sì. Per due ragioni. Per quanto questo spagnolo oggi 56enne ha vinto da atleta in 25 anni di carriera — due volte la Coppa Campioni, tre la Coppa della Coppe, poi carriera di dirigente calcistico a fianco di un altro fuoriclass­e del calcio nonché suo carissimo amico d’infanzia, Pep Guardiola, del quale ufficialme­nte è portavoce. In realtà è molto di più: un confidente, un consiglier­e, il braccio destro, l’amico vero. L’attuale tecnico del City non ha mai nascosto l’importanza del ruolo di Estiarte, che lo ha seguito a Barcellona, al Bayern e ora a Manchester. «Perché una squadra è tutte le sue componenti, nessuna esclusa — spiega Estiarte —. Perché nello sport come in ufficio ognuno deve fare la sua parte. Piccola o grande che sia. Ecco perché è fondamenta­le saper coinvolger­e tutti nel progetto. Che sia vincere una partita o perfeziona­re un contratto».

Team working, lavoro di squadra, si chiama così: lo sport come l’azienda, lo spogliatoi­o come l’ufficio, l’allenatore come il manager: al centro di tutto c’è sempre la gestione del gruppo. E il gruppo come valore aggiunto, come superament­o dei limiti individual­i. «Nella mia esperienza sportiva ho capito che la chiave di ogni successo, vale a dire ciò che fa davvero la differenza fra vincere o perdere, non è il talento o l’allenament­o o la rabbia o il sudore che ci metti. Ma l’altruismo, il fare qualcosa per un compagno senza chiederne in cambio nulla — spiega l’ex campione catalano, che da anni si occupa anche di esportare la filosofia del team working dallo sport all’azienda —. Squadra o team di lavoro, non cambia assolutame­nte nulla. Senza altruismo non c’è gruppo, senza gruppo non c’è vittoria».

 ??  ?? L’energia dell’arte «La scala infinita», a sinistra, è una scultura a spirale alta 9 metri realizzata nel 2004 dall’artista danese di origine islandese Olafur Eliasson. Si trova nel cortile della sede della Kpmg di Monaco di Baviera
L’energia dell’arte «La scala infinita», a sinistra, è una scultura a spirale alta 9 metri realizzata nel 2004 dall’artista danese di origine islandese Olafur Eliasson. Si trova nel cortile della sede della Kpmg di Monaco di Baviera

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