Dietro l’idea Icardi-higuain
La Juve vuole svecchiare la rosa, Gonzalo ha screzi con Allegri L’inter ha rinviato il rinnovo di Mauro e ha il nodo plusvalenze
Non è mai troppo Icardi: per la Juve, che prima sognava e ora tenta il colpo dell’estate; e per i tifosi dell’inter in allarme perché mai vorrebbero vedere il capitano via da Milano, figurarsi poi con la maglia dell’arcinemica. Al di là dell’estrema difficoltà dell’affare, restano indizi che vanno in quella direzione: lunedì a Milano Piero Ausilio e Fabio Paratici, direttori sportivi di Inter e Juve, si sono incontrati per colloqui.
Del resto negli ultimi giorni a casa Juve si è passati da «affare impossibile» a «non si sa mai». Senza dimenticare che, in queste fasi di mercato, tra le virgolette dell’ufficialità ci finiscono quasi sempre «bugie bianche», come disse una volta l’ad juventino Beppe Marotta: quelle dette a fin di bene (della trattativa). Così come rimane un fatto, la richiesta a uno studio legale torinese di analizzare il contratto di Mauro Icardi: in fondo, lo stesso fu fatto prima degli acquisti di Higuain e Pjanic.
C’è poi l’irritazione di Wanda Nara, moglie e agente del centravanti interista che a più riprese ha chiesto il rinnovo, ma che finora ha visto sempre posticipare la discussione. L’incontro non ci sarà neppure questa settimana, forse la prossima. Uno slittamento non gradito a Wanda, intenzionata d’ora in avanti a trattare direttamente con Steven Zhang e non più con Ausilio. «Nel 2016 gli portai le offerte di Juve, Napoli e Psg», raccontò lei stessa, dopo la prima estate di pedinamenti bianconeri. E oggi di offertone, in giro per l’europa, da parte di chi può permettersi uno stipendio da 8 e passa milioni a stagione (tanto chiede Wanda per il rinnovo), non ce ne sono molte. Pure per questo, a Torino hanno pensato di avere qualche chance per la missione (quasi) impossibile.
L’altra faccia dell’interesse della Juve per Icardi porta al futuro di Gonzalo Higuain, non più incedibile, nonostante l’arrivo di solo due anni fa, ai 90 milioni della clausola rescissoria. La stessa che sta blindando il numero 9 dell’inter: non tanto per i 110 milioni, ma per la validità, solo per l’estero. Per questo, pur aspettando il consulto dei legali, la Juve ha abbozzato una base di partenza per la trattativa: Higuain e 50 milioni per Icardi. In fondo, il Pipita è stato valutato sui 55-60 milioni, a fronte di un sondaggio del Chelsea, interessato all’argentino, con o senza Maurizio Sarri in panchina. Una quotazione di vendita che, nel caso, renderebbe irrilevante la minus-valenza sul bilancio bianconero, se al 30 giugno 2017 l’attaccante pesava al capitolo ammortamenti per 73,037 milioni.
Non è solo una faccenda di calcolo monetario, ma pure di età, tra i 30 anni di Higuain e i 25 di Icardi, e quindi di ringiovanimento della rosa, un altro dei pallini di Marotta. È anche una storia di rapporti, tra il Pipita e Massimiliano Allegri, che hanno avuto lati onesti ma abrasivi, come l’ultima panchina, nella finale di Coppa Italia. E, vista con gli occhi del bomber, è pure una questione di scelte di gioco, e di (sua) posizione: «Stando vicino alla porta mi trovo meglio», confessò. Che l’addio di Higuain sia possibile lo confermano le parole del vicepresidente bianconero Pavel Nedved: «Non siamo preoccupati di un’eventuale partenza di Higuain. Vediamo cosa accadrà dopo il Mondiale».
Va da sé, la Juve si prenderebbe i suoi rischi e i suoi vantaggi, come pure l’inter però. L’esperienza d’alto livello in Champions di Higuain (75 presenze con 23 gol) unita allo svantaggio dell’età, discorso rovesciato per Maurito: zero apparizioni in coppa ma cinque anni in meno. In casa Inter, alle prese con i paletti Uefa, si fa di conto: la vendita vale una plusvalenza record e quattrini per il mercato.