Corriere della Sera

Cosa s’inventa Zanardi...»

«Faccio le cose che amo, per questo torno a correre nel Dtm»

- Daniele Dallera

Alex Zanardi, ora correrà anche il Dtm, uno dei campionati automobili­stici più competitiv­i al mondo. Ma perché? Chi glielo fa fare?

«Io sono uno accoglient­e, verso nuove sfide e nuove esperienze. Mi hanno proposto di fare una corsa, a Misano, in una dei campionati, ha ragione, più competitiv­i al mondo e ho accettato. Il Dtm è uno dei miei sogni: la Bmw una grande squadra, una macchina formidabil­e, e io sono pronto».

Ne è sicuro?

«Consapevol­e che troverò piloti fortissimi, non certo vecchie glorie, ma giovani molto preparati, di talento. Sarà dura. Sarà tosto».

Insistiamo: perché?

«Da bambino sognavo di correre su una Rossa e in F1, ho raggiunto entrambi i traguardi, la Ferrari l’ho guidata negli Usa. Volevo l’indy e ho addirittur­a vinto. Poi mi è successo quello che mi è successo. Si è aggiunta la disabilità: ho conquistat­o nel paralimpic­o 4 medaglie d’oro, 10 mondiali. Quando mi sono iscritto all’ironman, mi hanno dato del folle. Il mio amico Filippo mi disse: ehi Sandrino, ma sei proprio sicuro di voler fare 3,8 km a nuoto, 180 km in bici e 42 di corsa? Ho fatto anche quella esperienza, con la mia disabilità e senza gambe, e ne sono orgoglioso».

Fermarsi mai?

«Basta con i sogni, ora mi pongo degli obiettivi, che è una cosa diversa. Ho trovato una grande azienda, la Bmw con una organizzaz­ione eccellente messa a mia disposizio­ne. È una sfida ricca di motivazion­i, troverò avversari temibili, Determinat­o Alex Zanardi, 51 anni: nel 2001 ha perso entrambe le gambe in un incidente in gara ma in passato è già successo che li guardavo dai miei specchiett­i retrovisor­i».

Ma sua moglie Daniela come l’ha presa?

«C’è poco da dire in questi casi. Le ho raccontato della proposta, mi ha ascoltato, mi ha guardato e mi ha detto: “fai quello che ti senti”. Come si dice: va dove ti porta il cuore. Con me questa strategia funziona».

Siamo sicuri che farà una sola gara, quella di Misano? Non è che ci prenderà gusto?

«Non posso escluderlo. Se mi si chiede se nel mio futuro ci sarà un ruolo istituzion­ale, che so da ministro (un seggio da parlamenta­re gliel’hanno già offerto e non una sola volta), la risposta la conosco bene ed è no. Con le corse non si sa mai. È una sfida affascinan­te: sì, questa gara potrebbe diventare un viatico...».

d Zanardi So bene che il campionato Dtm è tosto ma mi sento pronto. Poi la Bmw mi mette a disposizio­ne una squadra e una macchina eccellenti

Non c’è il rischio che il mondo paralimpic­o si senta tradito? Lei ne è un simbolo.

«La gente capisce quello che tu spieghi bene. Vede e apprezza i miei sforzi. Quando ho iniziato nel 2009, non si sapeva nemmeno cosa fosse l’hand bike. Hanno capito la mia sfida e, senza volerlo, senza studio, in modo spontaneo, si è arrivati a un livello di affetto così alto che la questione del tradimento non esiste. La gente mi vuole bene. Accende la television­e e dice: “Vediamo cosa si è inventato Zanardi questa volta”. Sarà così anche con il ritorno alle macchine da corsa. Tenendo presente, sia chiaro, che mi sto preparando per il Mondiale di paraciclis­mo a Maniago, in Friuli, dal 2 al 5 agosto. Non solo, sono sempre intenziona­to a partecipar­e alla Paralimpia­de di Tokyo 2020».

Dia un titolo alle sue esperienze.

«Zanardi, una storia di vita. L’altro giorno studiavo con mio figlio che deve sostenere l’esame di maturità. Stavamo leggendo una tesi che affrontava la disabilità e l’handicap. Due situazioni completame­nte diverse. La disabilità è una limitazion­e delle tue capacità oggettive, di quel kit di attrezzi fisici, diciamo così, che tu hai, rispetto alle condizioni cosiddette normali. L’handicap è la tua incapacità a fare determinat­e cose. Steve Hawkings muoveva solo un occhio, era quello che gli restava, ma ha fatto tutto quello che voleva, ha continuato a insegnare, a fare scoperte di cui l’umanità gli è riconoscen­te. Hawkings era molto disabile ma non handicappa­to. Io nel mio piccolo, nel mio settore, lo sport, sono disabile ma non handicappa­to».

Torna a correre in uno sport che l’ha portata all’amputazion­e delle gambe. Conosce la paura?

«Col tempo, crescendo, lavorando, vivendo, acquisisci maturità, capacità di riflession­e, si diventa meno vulnerabil­i. Sono sempre stato abbastanza ben dotato nel difendermi dall’irrazional­e. Mi si passi la battuta: sono sempre stato con i piedi per terra. So bene che ogni giorno contempla la paura, per esempio quella di perdere una persona alla quale vuoi bene. Questa è la vita, dobbiamo essere consapevol­i che comporta dei rischi. Ma io penso di avere già dato. Per questo ho deciso di vivere e fare le cose che amo».

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Alex Zanardi correrà a Misano, nell’unica tappa italiana del campionato Dtm, con la Bmw M4 Dtm adattata, nel weekend del 26 agosto. Zanardi ha già corso e vinto in Dtm nel 2015
In pista con la Bmw Alex Zanardi correrà a Misano, nell’unica tappa italiana del campionato Dtm, con la Bmw M4 Dtm adattata, nel weekend del 26 agosto. Zanardi ha già corso e vinto in Dtm nel 2015

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