Corriere della Sera

Nobel della ricerca lombarda, 130 candidatur­e dal mondo

- Sara Bettoni

Le proposte di candidatur­a avanzate da 130 scienziati, dagli Stati Uniti fino all’australia. Il focus: la medicina di precisione. In palio un milione di euro. L’edizione 2018 del premio «Lombardia è ricerca» chiude la raccolta dei progetti e si avvia alla fase di valutazion­e. La giuria internazio­nale di 15 scienziati, guidati dal nefrologo Giuseppe Remuzzi, individuer­à il miglior progetto arrivato per il riconoscim­ento promosso da Regione Lombardia. «Il territorio lombardo è un vero hub delle Scienze della vita e dell’innovazion­e — secondo Fabrizio Sala, vicepresid­ente regionale e assessore alla Ricerca —. Si tratta di un patrimonio di competenze che vogliamo valorizzar­e e accompagna­re».

I progetti in lizza puntano a sviluppare una medicina di precisione, il più possibile costruita sulla patologia. «Ogni paziente reagisce in modo diverso alla malattia — spiega Remuzzi —. Si lavora affinché ciascuno possa avere una cura fatta quasi ad hoc». Le scoperte candidate riguardano terapie innovative per diverse forme di tumore, patologie rare, linfomi, Alzheimer. «Il premio vuole sostenere la tendenza alla precisione».

Il riconoscim­ento sarà assegnato il prossimo 8 novembre, Giornata della Ricerca istituita in memoria di Umberto Veronesi nel giorno della sua scomparsa. Le candidatur­e sono state presentate da scienziati con un H-index (livello di produttivi­tà) pari o superiore a 50 che hanno segnalato una cinquantin­a di colleghi meritevoli. La giuria eleggerà una rosa di tre nomi e a seguire il vincitore del «Nobel della ricerca». Il milione di euro sarà destinato a una singola persona o a un gruppo che lavora su attività sinergiche. Requisito fondamenta­le, la ricaduta locale per 700 mila euro. «Dovranno essere coinvolti ricercator­i lombardi», spiega Remuzzi. Il motivo? «Non si è bravi da soli, ma all’interno di un buon sistema. L’italia perde 30 mila talenti all’anno perché all’estero trovano condizioni migliori. Non basta farli tornare, bisogna dare loro la possibilit­à di trovarsi in un contesto stimolante».

Alla prima edizione il premio, maggiore del valore di un singolo Nobel, è stato assegnato a Giacomo Rizzolatti che da anni collabora con l’ospedale Niguarda di Milano ed è direttore del dipartimen­to di Neuroscien­ze dell’università di Parma. È coordinato­re del team che ha scoperto i neuroni specchio, base fisiologic­a dell’empatia e quindi del carattere sociale dell’uomo. Il finanziame­nto permette di continuare gli studi in questo campo.

d Patrimonio di competenze che vogliamo valorizzar­e

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2017 Giacomo Rizzolatti (sinistra) con Maroni
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Fabrizio Sala

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