L’«eretico» che ha allarmato la Ue «Ma non sono tanto anti Bruxelles»
Il coinvolgimento nella scelta del nome per l’economia. «Felice che non sia saltato tutto»
Il ruolo
● Paolo Savona, 81 anni, sarà ministro per gli Affari Ue nel nuovo governo Conte
● Il suo nome era stato accostato al dicastero dell’economia, ma la proposta di Matteo Salvini (Lega) e Luigi Di Maio (M5S) non ha trovato il favore del presidente della Repubblica Sergio Mattarella
● Il Quirinale ne ha ravvisato una sua incompatibilità con il ruolo di guida del ministero di via XX settembre per le sue posizioni sull’euro
La prima chiamata di complimenti che Paolo Savona ha ricevuto dall’estero è stata quella di Steve Bannon, l’ex stratega della campagna di Donald Trump che tifa per il governo gialloverde. E Matteo Salvini ha gioito pubblicamente per quella che il leader leghista considera una (mezza) vittoria personale: «Savona? Sono felice che ci sia».
La vigilia del professore destinato alle Politiche comunitarie, dopo che sul suo nome era clamorosamente saltato l’accordo, è stata un’altalena di emozioni. Contento, ma non troppo. Sollevato perché il quadro politico si è finalmente ricomposto e, al tempo stesso, un po’ sorpreso: «Se hanno raggiunto un compromesso sul mio nome, è perché devono aver capito che tanto antieuropeista poi non sono».
Il professore che ha allarmato l’europa e il Quirinale per le sue idee sul «piano B» e l’uscita dalla moneta unica, ha confidato agli amici soddisfazione e stupore, tanto che tra i discepoli dell’ex ministro di Ciampi ieri girava una freddura: «Mettere Savona ai rapporti con l’europa è quasi come mandare Dracula a dirigere l’avis». Battuta un po’ forte, per dire che l’allarme della Ue e l’impennata dello spread sono state una reazione del tutto fuori luogo. Questo almeno pensano nell’entourage del «prof».
«Sono felice che non sia saltato tutto per colpa mia — è il senso delle conversazioni a caldo di Savona, 81 anni —. Io sono un soldato, mi hanno chiamato e mi sono messo a disposizione con grande senso di responsabilità». Tra l’altro si tratta di un ministero che conosce bene, per essere stato Capo dipartimento per le politiche comunitarie nel 2005, con Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi.
Raccontano che durante le ultime, frenetiche trattative che hanno portato alla soluzione del rebus, Savona non sia stato spettatore, ma protagonista. Salvini ha voluto che il mancato inquilino di Via XX Settembre fosse coinvolto nella scelta, al punto da essere lui a indicare il ministro dell’economia.
Da Cagliari, la sua città, Savona ha parlato più volte con il leader della Lega, con Luigi Di Maio e Giuseppe Conte ed è stato lui, il già direttore generale di Confindustria, a sondare diversi candidati. Finché la scelta di un «europeista non acritico» è caduta su Giovanni Tria: non a caso, un economista che condivide le più controverse tesi di Savona. «Faremo gioco di squadra», è il patto che hanno stretto i due professori. E nelle riunioni a Bruxelles, spiegano nella Lega, Savona e il ministro degli Esteri designato Enzo Moavero Milanesi «andranno insieme».
Per l’economista Antonio Rinaldi, che è stato suo allievo e lo accompagnerà al Colle per il giuramento, «a Paolo è stato fatto un grande torto», solo in parte riparato con la scelta di tenerlo in lista. La senatrice Stefania Craxi invece si dice divertita, perché nel «governo del cambiamento» entrano due collaboratori della rivista della Fondazione Craxi: «Si sono rivolti a gente di esperienza».
Dal Pd invece piovono critiche. Michele Anzaldi attacca il M5S, perché smentisca che il ministro in pectore «è un massone». La ex attivista del M5S Marika Cassimatis rilancia su Twitter l’indiscrezione: «Savona è un massone, grillini quando vi svegliate? Quand’era
Bannon al telefono La prima chiamata di complimenti ricevuta dall’estero è stata quella di Steve Bannon
Io sono un soldato, mi hanno chiamato e mi sono messo a disposizione con grande senso di responsabilità. Con il professor Tria faremo gioco di squadra
La battuta
La freddura: metterlo ai rapporti con l’europa è come mandare Dracula a dirigere l’avis
presidente Bnl (la banca del Psi) stava nella loggia Goi con Armando Corona». Ma Stefano Bisi, gran maestro del Grande Oriente d’italia, assicura che nelle loro liste il nome del «prof» non c’è mai stato.
Per Paolo Messa, direttore della rivista Formiche che ha ospitato molti articoli di Savona, è solo «una leggenda metropolitana», nata forse perché il docente è in molti circoli internazionali. L’ex consigliere di amministrazione Rai descrive Savona come «un intellettuale eclettico, uno dei maestri dell’intelligence economica italiana». E quindi, tranquillizza Messa, «la sua stella polare è l’interesse nazionale, che assolutamente non fa rima con protezionismo».