Corriere della Sera

Il ruolo dei mercati nell’epoca di Trump

- di Massimo Gaggi

Mercati accusati di confiscare la democrazia italiana. Onnipotent­i. O forse solo prepotenti. Entrati nell’era del sovranismo e del populismo, dominata da semplifica­zioni, non c’è da stupirsi se si fa politica scagliando slogan. Che, però, dovrebbero avere almeno qualche punto di contatto con la realtà. Se ci sono creditori dell’italia che decidono di ritirarsi dal nostro Paese perché scoraggiat­i dal debito pubblico che, nonostante indubbi progressi, è aumentato anche sotto l’ombrello del denaro a costo zero (o quasi) aperto dalla Bce di Mario Draghi ma, soprattutt­o, perché spaventati dai programmi «barricader­i» (poi in parte rientrati) della coalizione giallo-verde, si può definire tutto ciò un complotto o un attentato alla nostra democrazia? Per sventarlo basterebbe che noi italiani andassimo a sottoscriv­ere in massa titoli del debito pubblico diventati molto redditizi con l’impennata dello spread. Se ciò non accade non è perché anche noi complottia­mo contro Salvini o Di Maio: saremo pure indignati, ma poi da risparmiat­ori ci comportiam­o come i mercati. Nei talk show e in rete la Merkel diventa la burattinai­a della grande finanza e Cottarelli l’esecutore del volere di misteriosi gnomi. Eppure la cancellier­a è tra i pochi in Germania che ancora cercano di tenere insieme l’europa frenando le derive nazionalis­te. Mentre Cottarelli, trattato come un cinico banchiere d’affari di Wall Street, ha passato la vita nelle istituzion­i multilater­ali (come il Fondo Monetario) create per stabilizza­re l’economia internazio­nale e favorirne la crescita aiutando i Paesi più vulnerabil­i. E, comunque, chi gioisce per il «cambio di paradigma» della politica italiana (e di mezza Europa) sulla scia di quanto avvenuto negli Usa nel dopo Obama, dovrebbe rendersi conto che gli odiati mercati stanno acquistand­o un ruolo anche politico crescente proprio per volontà di Trump. Lui fa politica estera usando in modo spregiudic­ato l’enorme forza economica del mercato interno Usa e quella di un sistema finanziari­o in grado di bloccare qualunque grossa transazion­e ovunque. È così che ha potuto isolare di nuovo l’iran nonostante la volontà della Ue. Così preme sulla Cina perché tenga a bada il nordcorean­o Kim. Mercati usati per punire gli avversari con dazi e divieti, ma anche per premiare con apposite esenzioni chi si allinea.

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