Corriere della Sera

CASTELLI IN ARIA PER LA QUASI MINISTRA

- di Aldo Grasso

La smemorata di Collegno. Anche per i grillini un invito a «Porta a Porta» vale un’investitur­a. Laura Castelli, fervente No Tav, sembrava avercela fatta, in video parlava già come un ministro, parlava come Evita. Nonostante Bruno Vespa le avesse amabilment­e rivolto una battuta («Lei alle Infrastrut­ture sarebbe come Dracula alla guida dell’avis»), pareva che la strada fosse spianata. Fra i due c’era empatia. Poi qualcosa, in questa allegria di naufraghi, deve aver rovinato i piani. Pare che in passato la deputata torinese sia stata l’autrice di email non proprio simpatiche nei confronti dei dioscuri pentastell­ati, Di Maio e Dibba, e quando si apre una voragine il passato non passa mai. Di lei si ricordano: la surreale discussion­e sull’euro da Lilli Gruber (presente Cottarelli), la memorabile gaffe a un convegno dei Dottori Commercial­isti dove involontar­iamente ha confessato di aver fatto esercizio abusivo della profession­e. E altro ancora.

In Parlamento ha dichiarato, in maniera un po’ ambigua, di voler usare l’olio di ricino, ha utilizzato il gesto dell’ombrello e nel salotto di «Agorà» ha sostenuto che i dipendenti pubblici in sciopero sono pagati dallo Stato («Non è uno sciopero volontario, è uno sciopero pagato con i soldi pubblici»). Perfetta per un ministero. Basta aspettare. È il cambiament­o, bellezza, e noi non ci possiamo fare niente.

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Sorprese La grillina, da sempre fervente No Tav, bocciata in dirittura d’arrivo

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