E Grillo dal palco: voglio candidarmi al Quirinale, così picchierò Luigi
i giorni trascorsi dalle elezioni politiche dello scorso 4 marzo fino al giuramento al Quirinale della squadra di governo nata dall’alleanza tra Cinque Stelle e Lega. È stato battuto il precedente record detenuto nel ‘92 dal governo Amato, nato a 82 giorni dal voto ROMA Un Beppe Grillo che si gode il successo di un sogno, il coronamento di quell’idea folle nata insieme a Gianroberto Casaleggio. Lo fa sul suo blog, pubblicando l’ironico racconto del suo «neurologo», che spiega come non ci sia «persona più seria di un comico» e di come Casaleggio lo aiutò «a comprendere che il web avrebbe potuto bypassare la censura televisiva». E lo fa a sera, alla manifestazione della Bocca della Verità. Dove si mantiene cauto sul futuro del nuovo governo. Scherza e, come sempre scherzando, racconta una verità: «Non so cosa succederà ora. Guardando i ministri ho avuto un attimo di scompenso. Alcuni non li conosco, quello della Cultura l’ho scambiato per uno della security. Quella della Difesa non molla mai la borsa, avrà un fucile a canne mozze». E scherzando scherzando, dice un’altra verità (o anticipa un altro sogno): «Mi candido per diventare presidente della Repubblica. Così, tanto per togliermi la soddisfazione di vedere arrivare Di Maio e dargli due schiaffi».
Grillo si lascia una valvola di sicurezza: «Adesso chi devo prendere in giro, i miei? Sì non devono essere immuni neanche i nostri». E non lo saranno. Perché non è un mistero che Grillo si sia messo le mani nei capelli quando ha sentito Di Maio invocare l’impeachment. E sul blog lo aveva fatto capire, con un post in cui richiamava l’«adolescente
Il piano B sull’euro
«Ci attaccano sull’euro, ma scherziamo? Un piano B ce l’hanno pure francesi e tedeschi»