Corriere della Sera

«La Ue non dia lezioni all’italia»

Il finanziere e filantropo: l’europa vi paghi per l’onere ingiusto subito per i rifugiati

- di George Soros

T utto ciò che potevo dire dell’italia una settimana fa è che si sarebbe andati a nuove elezioni nel pieno di una crisi politica. Ora, invece delle urne, il Paese ha un governo imperniato su una precaria coalizione fra Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle e Matteo Salvini della Lega. La coalizione è precaria perché Salvini era impaziente di tornare a votare, mentre Di Maio voleva disperatam­ente evitarlo. I due partner hanno elettorati diversi e diverse esigenze dal bilancio pubblico, quindi faticheran­no a mettersi d’accordo su di esso. Quello che proporrann­o verosimilm­ente supererà i limiti imposti dagli accordi in vigore e ciò potrebbe portare a una nuova crisi politica. Il governo potrebbe cadere, innescando un ritorno a elezioni alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo.

A quel punto la situazione sarà molto diversa: fra le due tornate elettorali in carica ci sarà stato un governo dei 5 Stelle e della Lega. Il risultato delle prossime elezioni dipenderà molto da come l’ue reagisce all’instabilit­à in Italia. In Europa c’è una tendenza a sfruttare l’occasione per impartire una lezione all’italia. È un’attitudine espressa di recente da Günther Oettinger, il commissari­o Ue al bilancio. Ho speranza che la Commission­e modificher­à queste prime, frettolose impression­i quando si renderà conto delle conseguenz­e. Se la Ue adotta questa linea si scava la fossa da sola, provocando una reazione negativa da parte dell’elettorato italiano, che a quel punto rieleggere­bbe Lega e M5S con una maggioranz­a ancora più ampia.

Invece di cercare di impartire lezioni, la Ue dovrebbe chiedersi che cosa ha da imparare da questo rimescolam­ento in Italia. Storicamen­te, il vostro Paese è sempre stato il più grande sostenitor­e della Ue perché i cittadini non si fidavano del loro governo. E per buone ragioni: i governi italiani tendevano a essere corrotti e a seguire politiche che non servivano gli interessi della popolazion­e. Ma l’europa non deve punire gli italiani per le colpe dei loro governi.

Quali erano le legittime rimostranz­e che hanno portato gli italiani a votare M5S e Lega? In primo luogo, una serie di preoccupaz­ioni di natura economica. La popolazion­e è in gran parte pro-ue e non vuole restare tagliata fuori dall’euro. Ha sì ragioni legittime di protestare per il modo in cui l’area euro viene gestita. Ma il governo italiano deve trovare un modo migliore di cambiare la narrativa che non sia minacciare di lasciare l’euro. Se introduces­se qualunque innovazion­e che possa essere vista come una moneta parallela, potrebbe innescare una fuga dai titoli di Stato italiani e di depositi dalle banche.

Accanto alle preoccupaz­ioni per l’economia, l’opinione pubblica in Italia è rimasta turbata da come politiche migratorie sbagliate abbiano imposto sulla popolazion­e un onere ingiusto. La Ue non ha una politica migratoria comune. Ogni Stato ha la propria, spesso in conflitto con quelle degli altri. Ma la Ue ha le stesse regole, soprattutt­o il cosiddetto Regolament­o di Dublino 3, che si applica a tutti i Paesi e sancisce che la responsabi­lità per i migranti sia del primo Paese nel quale approdano. Ciò ha sull’italia un impatto fuori proporzion­i a causa di un’altra norma, secondo la quale le navi che salvino i migranti in mare debbano portarli nel porto sicuro più vicino. In sostanza, in Italia.

Fino a qualche tempo fa, la gran parte dei migranti si poteva spostare verso i Paesi del Nord, poi sia la Francia che l’austria hanno chiuso i confini e i migranti si sono trovati bloccati in Italia. Questa situazione era non solo ingiusta ma anche molto onerosa finanziari­amente, mentre l’italia economicam­ente restava indietro rispetto a gran parte dell’europa. Questa è stata la ragione principale per cui la Lega, in particolar­e, è andata così bene alle elezioni.

Cosa può fare l’europa per influenzar­e a proprio favore il risultato delle prossime? La settimana scorsa a Parigi ho presentato un’analisi all’ecfr secondo cui la Ue deve cambiare i regolament­i esistenti e pagare gran parte di quanto serve per integrare e sostenere i migranti bloccati in Italia in quantità così sproposita­te. Ricollocar­li in altri Paesi a forza non è possibile né desiderabi­le. In particolar­e l’ungheria e la Polonia resistereb­bero strenuamen­te. Ho sempre sostenuto che la distribuzi­one di rifugiati in Europa deve avvenire in modo del tutto volontario. Discende da questo principio che il problema del Regolament­o di Dublino 3 non può essere affrontato con la redistribu­zione forzosa, ma solo con il fatto che l’europa compensi l’italia finanziari­amente per i migranti che approdano da voi. Storicamen­te l’italia è stata molto aperta non solo ai rifugiati politici, ma anche agli immigrati economici. Ciò è cambiato solo quando la Francia e l’austria hanno sigillato i confini e Salvini si è costruito la vittoria incitando il pubblico contro gli stranieri.

In realtà, i migranti impongono un onere finanziari­o solo finché non sono integrati. A lungo andare contribuis­cono al Paese per molto più del costo iniziale di integrarli. Per questo mi chiedo fino a quando

incitare la gente contro gli stranieri resterà un modo di vincere le elezioni. Alla fine gli elettori capiranno che politici senza scrupoli la vogliono ingannare. Per esempio il premier ungherese Viktor Orbán, l’amico di Salvini, danneggia direttamen­te gli interessi italiani rifiutando­si di accettare rifugiati.

Riformare il Regolament­o di Dublino sarà lungo e faticoso. Per influenzar­e costruttiv­amente le prossime elezioni italiane la Ue deve prendere un impegno fermo nel vertice di giugno a compensare l’italia anche prima. Ciò richiede che il presidente Macron e la cancellier­a Merkel convincano i dissenzien­ti ad adeguarsi. La Ue è di fronte a un gran numero di problemi, ma l’italia è diventato il più pressante perché minaccia i valori alla base della Ue. La disintegra­zione dell’europa non è più solo una figura retorica; è la dura realtà. In conclusion­e, l’unione Europea è di fronte a un gran numero di minacce esterne e interne e ha poche possibilit­à di evitare la disintegra­zione a meno che l’alleanza franco-tedesca tenga. Francia e Germania hanno molte questioni da risolvere, di cui la più importante è il futuro dell’area euro. La moneta unica ha molti problemi aperti e non bisogna permettere che questi distruggan­o l’ue. Per risolverli, è importante riconoscer­li. Coloro che danno addosso alla Ue non si rendono neanche conto di quanto perderebbe­ro, se riuscisser­o nel loro intento.

Legittimi i dubbi degli elettori sulla gestione dell’area euro. Ma la strategia non può essere la minaccia di abbandonar­e la moneta unica

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Il premier ungherese Viktor Orbán, l’amico di Salvini, danneggia direttamen­te gli interessi degli italiani rifiutando­si di accettare migranti

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George Soros, 87 anni, finanziere ungherese naturalizz­ato americano, è una delle trenta persone più ricche del mondo
Chi è George Soros, 87 anni, finanziere ungherese naturalizz­ato americano, è una delle trenta persone più ricche del mondo

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