«La Ue non dia lezioni all’italia»
Il finanziere e filantropo: l’europa vi paghi per l’onere ingiusto subito per i rifugiati
T utto ciò che potevo dire dell’italia una settimana fa è che si sarebbe andati a nuove elezioni nel pieno di una crisi politica. Ora, invece delle urne, il Paese ha un governo imperniato su una precaria coalizione fra Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle e Matteo Salvini della Lega. La coalizione è precaria perché Salvini era impaziente di tornare a votare, mentre Di Maio voleva disperatamente evitarlo. I due partner hanno elettorati diversi e diverse esigenze dal bilancio pubblico, quindi faticheranno a mettersi d’accordo su di esso. Quello che proporranno verosimilmente supererà i limiti imposti dagli accordi in vigore e ciò potrebbe portare a una nuova crisi politica. Il governo potrebbe cadere, innescando un ritorno a elezioni alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo.
A quel punto la situazione sarà molto diversa: fra le due tornate elettorali in carica ci sarà stato un governo dei 5 Stelle e della Lega. Il risultato delle prossime elezioni dipenderà molto da come l’ue reagisce all’instabilità in Italia. In Europa c’è una tendenza a sfruttare l’occasione per impartire una lezione all’italia. È un’attitudine espressa di recente da Günther Oettinger, il commissario Ue al bilancio. Ho speranza che la Commissione modificherà queste prime, frettolose impressioni quando si renderà conto delle conseguenze. Se la Ue adotta questa linea si scava la fossa da sola, provocando una reazione negativa da parte dell’elettorato italiano, che a quel punto rieleggerebbe Lega e M5S con una maggioranza ancora più ampia.
Invece di cercare di impartire lezioni, la Ue dovrebbe chiedersi che cosa ha da imparare da questo rimescolamento in Italia. Storicamente, il vostro Paese è sempre stato il più grande sostenitore della Ue perché i cittadini non si fidavano del loro governo. E per buone ragioni: i governi italiani tendevano a essere corrotti e a seguire politiche che non servivano gli interessi della popolazione. Ma l’europa non deve punire gli italiani per le colpe dei loro governi.
Quali erano le legittime rimostranze che hanno portato gli italiani a votare M5S e Lega? In primo luogo, una serie di preoccupazioni di natura economica. La popolazione è in gran parte pro-ue e non vuole restare tagliata fuori dall’euro. Ha sì ragioni legittime di protestare per il modo in cui l’area euro viene gestita. Ma il governo italiano deve trovare un modo migliore di cambiare la narrativa che non sia minacciare di lasciare l’euro. Se introducesse qualunque innovazione che possa essere vista come una moneta parallela, potrebbe innescare una fuga dai titoli di Stato italiani e di depositi dalle banche.
Accanto alle preoccupazioni per l’economia, l’opinione pubblica in Italia è rimasta turbata da come politiche migratorie sbagliate abbiano imposto sulla popolazione un onere ingiusto. La Ue non ha una politica migratoria comune. Ogni Stato ha la propria, spesso in conflitto con quelle degli altri. Ma la Ue ha le stesse regole, soprattutto il cosiddetto Regolamento di Dublino 3, che si applica a tutti i Paesi e sancisce che la responsabilità per i migranti sia del primo Paese nel quale approdano. Ciò ha sull’italia un impatto fuori proporzioni a causa di un’altra norma, secondo la quale le navi che salvino i migranti in mare debbano portarli nel porto sicuro più vicino. In sostanza, in Italia.
Fino a qualche tempo fa, la gran parte dei migranti si poteva spostare verso i Paesi del Nord, poi sia la Francia che l’austria hanno chiuso i confini e i migranti si sono trovati bloccati in Italia. Questa situazione era non solo ingiusta ma anche molto onerosa finanziariamente, mentre l’italia economicamente restava indietro rispetto a gran parte dell’europa. Questa è stata la ragione principale per cui la Lega, in particolare, è andata così bene alle elezioni.
Cosa può fare l’europa per influenzare a proprio favore il risultato delle prossime? La settimana scorsa a Parigi ho presentato un’analisi all’ecfr secondo cui la Ue deve cambiare i regolamenti esistenti e pagare gran parte di quanto serve per integrare e sostenere i migranti bloccati in Italia in quantità così spropositate. Ricollocarli in altri Paesi a forza non è possibile né desiderabile. In particolare l’ungheria e la Polonia resisterebbero strenuamente. Ho sempre sostenuto che la distribuzione di rifugiati in Europa deve avvenire in modo del tutto volontario. Discende da questo principio che il problema del Regolamento di Dublino 3 non può essere affrontato con la redistribuzione forzosa, ma solo con il fatto che l’europa compensi l’italia finanziariamente per i migranti che approdano da voi. Storicamente l’italia è stata molto aperta non solo ai rifugiati politici, ma anche agli immigrati economici. Ciò è cambiato solo quando la Francia e l’austria hanno sigillato i confini e Salvini si è costruito la vittoria incitando il pubblico contro gli stranieri.
In realtà, i migranti impongono un onere finanziario solo finché non sono integrati. A lungo andare contribuiscono al Paese per molto più del costo iniziale di integrarli. Per questo mi chiedo fino a quando
incitare la gente contro gli stranieri resterà un modo di vincere le elezioni. Alla fine gli elettori capiranno che politici senza scrupoli la vogliono ingannare. Per esempio il premier ungherese Viktor Orbán, l’amico di Salvini, danneggia direttamente gli interessi italiani rifiutandosi di accettare rifugiati.
Riformare il Regolamento di Dublino sarà lungo e faticoso. Per influenzare costruttivamente le prossime elezioni italiane la Ue deve prendere un impegno fermo nel vertice di giugno a compensare l’italia anche prima. Ciò richiede che il presidente Macron e la cancelliera Merkel convincano i dissenzienti ad adeguarsi. La Ue è di fronte a un gran numero di problemi, ma l’italia è diventato il più pressante perché minaccia i valori alla base della Ue. La disintegrazione dell’europa non è più solo una figura retorica; è la dura realtà. In conclusione, l’unione Europea è di fronte a un gran numero di minacce esterne e interne e ha poche possibilità di evitare la disintegrazione a meno che l’alleanza franco-tedesca tenga. Francia e Germania hanno molte questioni da risolvere, di cui la più importante è il futuro dell’area euro. La moneta unica ha molti problemi aperti e non bisogna permettere che questi distruggano l’ue. Per risolverli, è importante riconoscerli. Coloro che danno addosso alla Ue non si rendono neanche conto di quanto perderebbero, se riuscissero nel loro intento.
Legittimi i dubbi degli elettori sulla gestione dell’area euro. Ma la strategia non può essere la minaccia di abbandonare la moneta unica
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Il premier ungherese Viktor Orbán, l’amico di Salvini, danneggia direttamente gli interessi degli italiani rifiutandosi di accettare migranti