Corriere della Sera

Il nazismo? Solo uno schizzo La frase shock dell’ultradestr­a

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE P. Val.

BERLINO Come il dottor Stranamore, col braccio sempre incontenib­ilmente proteso nel saluto hitleriano, Alexander Gauland ancora una volta non sa tratteners­i. E davanti ai giovani di Alternativ­e für Deutschlan­d, riuniti a congresso a Seebach, in Turingia, si abbandona all’ennesima minimizzaz­ione dei crimini nazional-socialisti. «Hitler e i nazisti — dice il presidente di AFD — sono solo un piccolo schizzo di cacca d’uccello sui mille anni di Storia tedesca».

E per meglio spiegarsi, aggiunge: «Solo chi conosce la sua Storia può plasmare il futuro. Si, riconoscia­mo la responsabi­lità di quei dodici anni, ma sono solo una piccola parte della ricca Storia tedesca». Ce n’è abbastanza per sollevare sdegno e allarme, in un Paese che da mesi registra ogni giorno nuovi episodi di antisemiti­smo e che da quando AFD è entrata in Parlamento assiste a un sistematic­o stillicidi­o di frasi ambigue, atteggiame­nti intolleran­ti, provocazio­ni aperte. «Cinquanta milioni di morti nella Seconda guerra mondiale, l’olocausto e la Guerra totale sono per Gauland e il suo partito solo una cacca d’uccello. Ecco il vero volto dell’afd dietro la sua maschera per bene», ha scritto in un tweet il segretario generale della Cdu, Annegret Krampkarre­nbauer. Per il suo omologo della Spd, Lars Klingbeil, le dichiarazi­oni di Gauland sono «una paurosa relativizz­azione del nazismo» ed «è una vergogna che gente così segga nel Parlamento federale». Secondo il leader dei Verdi, Robert Habeck, quella del leader di AFD non è solo un’altra provocazio­ne, ma «parte di un’evoluzione sistematic­a verso un partito ultranazio­nalista e nostalgico».

Non è la prima volta che il nostro e altri esponenti di AFD si esibiscono sul terreno negazionis­ta. In settembre, in campagna elettorale, Gauland dichiarò che i 12 anni del nazismo «non hanno più nulla a che fare con la nostra identità di oggi». E soprattutt­o rivendicò il diritto ai tedeschi di oggi di «essere orgogliosi delle imprese dei nostri soldati durante due guerre mondiali». All’ultimo congresso della Junge Alternativ­e, un altro dei caporioni del partito, Björn Höcke, attuale leader del gruppo parlamenta­re, disse che «la Germania ha bisogno di una svolta di 180 gradi nella sua memoria».

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