Corriere della Sera

Dal Superbugia­rdo a Nadal Addio alle marionette che sbeffeggia­vano i famosi

Chiude in Francia lo storico tg satirico che lanciò Canal Plus

- Di Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

PARIGI «Ha vinto Supermente­ur!», disse Jean-marie Le Pen dopo la sconfitta al secondo turno delle presidenzi­ali, nel 2002. Le marionette si prendevano gioco dei politici, ma anche i politici cominciava­no a parlare come le marionette. Quell’epoca è finita, dopo un’agonia cominciata nel 2015 con l’arrivo di Vincent Bolloré al comando di Canal Plus.

I sette minuti più amati — e costosi

— della television­e francese non andranno più in onda. La prossima stagione sarebbe stata la trentesima ma «Les Guignols de L’info» si fermano qui. Per la Francia è un momento storico, perché le marionette di Chirac, Sarkozy e tanti altri protagonis­ti della politica e dei media hanno accompagna­to e talvolta influenzat­o la vita pubblica dal 29 agosto 1988 allo scorso venerdì.

Negli anni Novanta, l’età d’oro, i pupazzi dell’informazio­ne erano visti in media da cinque milioni di spettatori. Alle 20, su Tf1, la star dei giornalist­i televisivi Patrick Poivre d’arvor si rivolgeva alla Francia con un telegiorna­le compassato; pochi minuti prima, su Canal Plus, la sua caricatura di lattice «PPD» gli faceva concorrenz­a offrendo una versione alternativ­a e infinitame­nte più divertente delle notizie del momento. «Les Guignols de L’info» furono il programma di punta — trasmesso in chiaro — della pay-tv, l’espression­e di quello «spirito Canal» che si impose nel costume nazionale: un tono di derisione e irriverenz­a verso tutto e verso tutti, che per anni ha fatto ripetere tormentoni alla macchinett­a del caffé e ispirato saggi e tesi universita­rie. Il sociologo Pierre Bourdieu detestava la television­e ma definiva «analisti straordina­ri» le marionette create da Bruno Gaccio, Jeanfranço­is Halin e Benoît Delépine, in bilico costante tra qualunquis­mo e genio. Leggenda vuole che i Guignols ebbero un ruolo nell’ascesa all’eliseo di Jacques Chirac nel 1995 facendolo diventare simpatico, una specie di bonaccione bevitore Bruno Gaccio di birra che gridava «Bernadette!» per chiedere alla moglie un’altra Corona. Sette anni dopo corressero il tiro facendo di Chirac il «Super-bugiardo», ma questo non bastò a farlo perdere con Le Pen, trattato anche peggio.

I Guignols presero di mira poi Carla Bruni che non apprezzò

d «Chirac, eletto grazie a noi, non ci ha dato un ministero!»

— «la mia marionetta sembra Ségolène Royal» — e provocaron­o una protesta ufficiale della Spagna: al distributo­re il tennista Rafael Nadal non metteva benzina nel serbatoio ma la sua pipì e l’auto ripartiva velocissim­a (potenza del doping), poi firmava con un’enorme siringa la petizione in difesa del connaziona­le Contador escluso dal Tour.

Le ultime puntate raccogliev­ano ormai solo 400 mila spettatori, una trasmissio­ne sabotata da Bolloré che non voleva più satira sui politici. Ma i Guignols sono soprattutt­o vittime dei tempi e del successo: esplosiva negli anni Novanta, la loro irriverenz­a oggi è mainstream. Tra populismo e social media, non sono certo loro i più cattivi e rivoluzion­ari.

@Stef_montefiori Guignols

Autore del programma

 ??  ?? I pupazzi celebri
A destra, la versione caricatura­le dell’allora presidente Jacques Chirac travestito da Supermente­ur, cioè «super bugiardo». In alto, da sinistra, le parodie di Nicolas Sarkozy e della moglie Carla Bruni, del tennista Rafael Nadal e...
I pupazzi celebri A destra, la versione caricatura­le dell’allora presidente Jacques Chirac travestito da Supermente­ur, cioè «super bugiardo». In alto, da sinistra, le parodie di Nicolas Sarkozy e della moglie Carla Bruni, del tennista Rafael Nadal e...
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy