Corriere della Sera

Divieti da spiaggia

Le nuove norme per i bagnanti (e quelle già esistenti, ma finora non applicate): cosa ci aspetta quest’estate

- Di Paolo Virtuani

Finirà che per andare in spiaggia non serviranno più solo infradito e crema solare, ma anche una discreta conoscenza di diritto. Non è facile, infatti, districars­i tra norme, divieti e obblighi che ogni anno spuntano sui litorali italiani. Alcuni sono sempre gli stessi da anni, anche se raramente applicati, altri si aggiungono solo per lo spazio di una stagione. Poi ci sono quelli di difficile interpreta­zione o che necessitan­o di specifiche burocratic­he che li rendono soggetti a ricorsi al Tar.

Dati i tempi della giustizia italiana, il risultato è che le sentenze rischiano di arrivare quando l’abbronzatu­ra resta solo un ricordo. Da anni è aperto un dibattito: è possibile portare gli animali (in particolar­e i cani) in spiaggia? Lo scorso febbraio il Tar della Liguria ha respinto un ricorso contro la normativa del 2013 di Sestri Levante in cui si vietava l’accesso ai cani, anche muniti di museruola e guinzaglio, in tutte le spiagge comunali durante la stagione balneare.

Per eliminare il problema alla radice, l’ideale è che ogni Comune costiero identifich­i una spiaggia in cui sia consentito l’accesso ai cani. È quanto propone la Lega per la difesa degli animali e dell’ambiente (Leidaa), che promuove una norma nazionale per sancire il principio del libero accesso di tratti di spiagge demaniali «animal friendly» che andrebbero identifica­te dagli amministra­tori locali. Già molti Comuni si sono mossi in questo senso.

Un’altra diatriba riguarda le feste notturne in spiaggia, sempre più numerose (e rumorose) negli ultimi anni. A Jesolo si è stabilito che negli spazi delimitati dove si svolgono, non potranno esserci più di 1,5 persone al metro quadro e se i festaioli arrivano a 200 servirà la presenza di quattro steward, che salgono a sei se gli amanti della movida fronte mare sono ancora di più.

Spiaggia che vai, divieto che trovi. Le proibizion­i non sono univoche sui 7.500 chilometri delle coste italiane; variano da Regione a Regione e da Comune a Comune: meglio informarsi, per evitare multe salate.

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