Dai chicchi alla miscela, il viaggio lungo un anno del caffè
Grazie al progetto Personal blender, Illy porta l’espresso nei grandi ristoranti. Con un occhio ai produttori
D alla pianta alla tazzina. È un percorso lungo e avventuroso quello che compie il chicco di caffè per arrivare dalla sua terra d’origine alle nostre tavole. Un cammino che può durare più di un anno, durante il quale la pianta fiorisce e si forma la ciliegia che viene poi raccolta, selezionata e trasportata, per essere miscelata, tostata e distribuita in tutto il mondo. Un viaggio anche solidale, perché Illy non usa intermediari, ma compra i chicchi direttamente dagli agricoltori, insegnando loro a coltivare in maniera sostenibile e permettendogli così di guadagnare anche il 50 per cento in più. A raccontare questo impegno saranno questa mattina (alle ore 12.15 nel cortile di Palazzo Giacomelli a Treviso) il direttore Corporate Reputation & Sustainability di illycaffè Giovanna Gregori e lo chef Alfio Ghezzi, del ristorante due stelle Michelin la «Locanda Margon» a Trento, nel corso dell’evento food del Corriere della Sera Cibo a Regola d’arte. Un abbinamento non casuale, perché i chicchi di Illy, oltre a finire nelle tazzine delle case, arrivano anche in quelle di tanti ristoranti stellati. Tre anni fa l’azienda ha brevettato il «personal blender»: una macchina ideata per realizzare miscele su misura di nove qualità di pura Arabica con diversi profili aromatici. Dallo scorso anno questi blend personalizzati sono a disposizione dei suoi chef ambassador, italiani e internazionali, che appoggiandosi all’expertise della sua Università del Caffè possono creare dei prodotti tailor-made, da servire esclusivamente nei loro ristoranti stellati, a chiusura di un percorso degustazione o come ingrediente delle proprie ricette.
Anche Ghezzi si è da poco Il gruppo
● Fondata nel 1933 a Trieste da Francesco Illy, l’azienda oggi è guidata dalla terza generazione della famiglia
● Porta in tutto il mondo il suo caffè, caratterizzato da un blend composto da nove tipi di pura Arabica unito agli altri «ambasciatori» dell’azienda triestina del caffè — fra i quali vi sono Niko Romito, Antonia Klugmann, Giancarlo Morelli, Pino Cuttaia, Viki Geunes e Guy Martin — e ha creato un suo blend caratterizzato da un corretto equilibrio acido/ amaro, con vibranti note di cioccolato e frutta secca (in particolare mandorla e nocciola) e note sfumate di vaniglia e pane tostato. Andando a selezionare chicchi provenienti sia dal Sud America, che da Africa orientale e India.