Corriere della Sera

Farfalle, avvoltoi e l’italia che verrà

- Di Beppe Severgnini

Sotto le mie finestre è passata la banda. Non la sentivo da un po’. Mi è tornata in mente, colorata come la mattina di giugno, la mia infanzia a Crema. Omoni paonazzi soffiavano nel trombone, ragazzini minuscoli suonavano tamburi mastodonti­ci, bellimbust­i con la tromba sorridevan­o alle ragazze sul percorso: più stretto l’abito, più largo il sorriso.

La banda di ieri era diversa: più impettita, come molte cose nel XXI secolo. Ma raccontava la stessa storia: l’italia non è una nazione allo sbando. È un Paese pieno di risorse, alle prese con alcune difficoltà (immigrazio­ne mal gestita, lavoro che manca, opportunis­ti che non mancano mai). Ora c’è un nuovo governo. Ma siamo ancora qui, e ci rimarremo. Gli italiani sono, in maggioranz­a, ragionevol­i. In questo momento, sono cinque le categorie di connaziona­li che risultano incomprens­ibili e irritanti.

Le scimmiette Governo nuovo, foto di rito, cravatte, promesse. Loro sono eccitati, soddisfatt­i a prescinder­e. Abbiamo un premier che non ha esperienza e avrà ben poca autonomia? Qual è il problema? Evviva!

I panda Simpatici e abitudinar­i, amano sgranocchi­are il loro bambù politico. Guai a disturbarl­i. Parlano del governo Conte come se fosse un governo come gli altri. Non lo è. È un esperiment­o rivoluzion­ario, anche se nessuno ha ben capito quale sarà la rivoluzion­e.

Le farfalle La prendono larga, volano tra i massimi sistemi (che procurano minimi problemi). Allo Sviluppo Economico — un superminis­tero che ne comprende cinque: lavoro, impresa, comunicazi­oni, innovazion­e, commercio internazio­nale — abbiamo un ministro di 31 anni, al suo primo impiego? Parliamo di Rousseau, che è meglio.

I lemuri Hanno occhioni sbarrati dalla meraviglia. Sarà vero che il vicepremie­r e ministro dell’interno, Matteo Salvini, è un fan di Putin e considera l’unione Europea «un Titanic che affonda» (plenaria dell’europarlam­ento, Strasburgo, 6 febbraio 2018)? Risposta: è vero.

Gli avvoltoi Quelli che si augurano uno schianto per poi pasteggiar­e sulle carcasse. Sono i peggiori. Sul governo Conte è lecito esprimere dubbi; ma è doveroso augurare buon lavoro e buona fortuna. È nell’interesse di tutti, nella Repubblica che ieri ha festeggiat­o 72 anni.

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