Corriere della Sera

Caro-spread sui prestiti alle imprese, Atlantia e Fincanteri rinviano i bond

Quest’anno attese emissioni per 22 miliardi, la metà del 2017. Estra fa slittare l’ipo

- Daniela Polizzi

MILANO Dopo giorni di turbolenza sui mercati, con la corsa dello spread tra Btp italiani e Bund tedeschi, arrivato oltre quota 300 punti, ora si possono valutare le conseguenz­e che il rischio politico può avere anche per il mondo delle aziende.

Una settimana fa, in concomitan­za con la prima difficoltà a formare un governo Legam5s, è capitato che due campioni nazionali impegnati in grandi operazioni all’estero, tra Spagna e Francia, abbiano rimesso nel cassetto due emissioni obbligazio­narie denominate in euro, per un valore complessiv­o di almeno un miliardo. La prima è stata Atlantia, numero uno europeo delle infrastrut­ture, impegnata nell’acquisizio­ne della spagnola Abertis, che dopo un roadshow tra Milano, Francofort­e, Amsterdam e Londra, lo scorso venerdì 25 maggio ha preferito non dare seguito all’operazione. In quegli stessi giorni Fincantier­i, che ambisce a creare un grande polo della cantierist­ica navale in Europa dopo l’investimen­to in Stx France con il centro di Saint Nazaire, ha deciso di rinviare un bond di circa 300 milioni.

Gli stessi investitor­i esteri — grandi fondi pensione e asset manager che hanno sempre apprezzato le due società — hanno consigliat­o di aspettare. Troppa volatilità per prendere decisioni ragionevol­i, pena per le aziende di avere condizioni di credito più svantaggio­se, che non riflettono il loro rating di livello primario (BBB di S&P, Baa2 di Moodys per Atlantia).

Contro ha comunque giocato anche la stessa volatilità innescata a maggio sui mercati da partite come la battaglia americana sui dazi che hanno spinto anche Whirlpool negli Usa e Bertelsman­n in Europa a rinunciare ai loro bond.

Atlantia e Fincantier­i sono d’altronde emittenti ricorrenti e avevano già fatto incetta di liquidità a costi contenuti. E ora possono permetters­i di aspettare più stabilità. La fase di forte tensione è stata superata con l’accordo sul nuovo governo ma il tema è che comunque ci vorrà un po’ di tempo perché il differenzi­ale tra il Btp decennale e il pari scadenza tedesco torni a livelli più bassi (120-140 punti base a fine aprile) rispetto ai 239 della chiusura di venerdì.

Moody’s ha segnalato che quest’anno l’emissione di bond da parte delle aziende italiane si normalizze­rà a quota 22 miliardi, dimezzando­si rispetto al 2017, perché le imprese hanno già fatto provvista. Ma alla data del 25 maggio il valore dei bond emessi da inizio anno (10,4 miliardi con 27 operazioni) è in realtà equivalent­e a quello di un anno fa (10,8 miliardi, 26 emissioni). Segno che le aziende che investono devono anche finanziars­i.

Qualche dietrofron­t si è visto anche sul mercato italiano dei capitali a Piazza Affari che quest’anno puntava su un anno record per le matricole. Martedì scorso la multiutili­ty toscana Estra ha fermato la quotazione dopo la rinuncia della Itema e della Rainbow. Tutto rimandato all’autunno. Quando arriverann­o anche operazioni strategich­e per le aziende stesse e per l’italia come quella di Astaldi, impegnata in un aumento di capitale con l’ingresso di soci esteri e un maxi rifinanzia­mento.

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