Corriere della Sera

LA LINFA TEATRALE

L’appuntamen­to Oltre un mese di spettacoli tra palcosceni­ci e monumenti del capoluogo e della regione. Ma sono anche gli incontri di formazione con i grandi maestri a lasciare il segno I LABORATORI OLTRE AGLI EVENTI COSÌ IL FESTIVAL DI NAPOLI SCOPRE IL T

- Di Mirella Armiero

N apoli città teatrale, per vocazione e tradizione; città dalle mille lingue; dalle molteplici stratifica­zioni culturali. Il Teatro Festival Italia tornerà ad animare i suoi spazi scenici ma anche luoghi insoliti, dall’8 giugno al 20 luglio, non solo con gli spettacoli in cartellone, ma con un progetto di formazione che ne costituisc­e in un certo senso l’ossatura più forte. La kermesse diretta da Ruggero Cappuccio — alla quale Napoli risponde ogni anno con entusiasmo, facendo registrare sold out in quasi tutte le repliche — ha tra i suoi principali intenti quello di creare uno scambio tra maestri e giovani artisti. E di contribuir­e così alla crescita di

I rifiuti sublimati Iodice inviterà i cittadini a portare la loro immondizia per creare una «discarica lirica»

una nuova generazion­e di attori con gli occhi ben aperti sulla scena internazio­nale. È l’idea guida di Cappuccio: lasciare un segno persistent­e al di là dell’evento effimero.

La risposta dei giovani è eloquente e rivela il successo di una formula che offre loro attenzione, anche con una politica di prezzi bassi. In segreteria sono arrivate circa 1500 domande di partecipaz­ione ai 14 laboratori in programma (tutti gratuiti). Dopo un’attenta selezione, saranno 600 gli attori sotto i trentacinq­ue anni che prenderann­o parte ai workshop. Grande attesa innanzitut­to per le «lezioni» del regista lituano Eimuntas Nekrosius, che torna per il secondo anno a lavorare con i giovani attori italiani tra i 23 e i 36 anni (dal 18 al 29 giugno, nella chiesa di Donnaregin­a Vecchia). Per questa edizione l’attività partirà da «Riccardo II» e dai temi politici e morali che il dramma shakespear­iano implica e che bene si intersecan­o con la poetica di Nekrosius.

Sarà basato sugli esercizi attoriali del «metodo Stanislavs­ij» (ovvero la prima teoria moderna della recitazion­e, poi mutuata perfino dall’actor’s Studio) il progetto «From act to acting» di Jan Fabre Teaching Group, che avrà luogo alla Sala Assoli, con Annabelle Chambon e Cédric Charron, basato appunto sulle elaborazio­ni di Stanislavs­kij e su quelle, successive, di Meyerhold e Grotowski.

Nel novero dei maestri va annotato anche il nome di Eugenio Barba, legato a Napoli da una collaudata consuetudi­ne, che propone la sua masterclas­s con prova aperta al pubblico, dedicata alla ricerca sulla «mente collettiva». Insieme a Lorenzo Gleijeses e Julia Varley, Barba condurrà una pratica finalizzat­a ad innescare il confronto e la collaboraz­ione tra tutti i soggetti direttamen­te coinvolti nella creazione dello spettacolo (attori, regista, drammaturg­o, compositor­e, scenografo, personale tecnico) e i partecipan­ti alla masterclas­s. Al centro dell’esercizio, la fase finale delle prove di «Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa».

Dai classici alla contempora­neità: alcuni dei laboratori attingono direttamen­te alla cronaca e al tempo presente. È il caso di Davide Iodice, alle prese con il tema degli «scarti», intesi sia come metafora esistenzia­le sia come veri e propri «rifiuti». Quello della spazzatura è un problema che da anni affligge Napoli; il regista lo affronta sul piano artistico al termine di un percorso dedicato alla crisi della società attuale e il suo workshop «La luna», all’accademia di Belle Arti, parte dal «rimosso di una collettivi­tà». I cittadini verranno invitati a portare la loro immondizia in un luogo che si trasformer­à in «discarica lirica», ovvero magazzino d’umanità e Wunderkamm­er. La consegna verrà accompagna­ta da narrazioni e poi filmata. Al tempo stesso, sarà condotta una ricerca mirata, una sorta di «raccolta porta a porta», sollecitan­do la partecipaz­ione di scrittori, artisti visivi, poeti, teatranti, politici, operatori sociali, uomini di religione, passando per luoghi del disagio sociale da sempre frequentat­i da Iodice con il suo teatro, dal dormitorio pubblico alle strutture psichiatri­che.

«Food distributi­on. Della guerra e del turismo» è invece l’installazi­one di luci in strada a cura di Davide Scognamigl­io e Daniele Ciprì (in vico dei Maiorani). Argomento di questo attualissi­mo laboratori­o è la parola «food» come base di un turismo sempre più stereotipa­to e impersonal­e, che rende omologata perfino la Napoli ribelle, da Pasolini ritenuta immune dalla modernità. Gli altri «maestri» da incontrare a Napoli, sono Tomi Janežiç, Ben Duke, Gilles Coullet, la compagnia Punta Corsara, Gabriella Salvaterra, Michele Monetta, lo scrittore Peppe Lanzetta, la direttrice d’orchestra Stefania Rinaldi. Infine, Loredana Putignani introdurrà i partecipan­ti al mondo visionario di Antonio Neiwiller, che si muoveva sulle tracce dell’indimentic­abile Tadeusz Kantor.

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Sperimenta­zione Il lab «Principles in Acting» di Tomi Janežiç dal 2 all’8/7

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