Da letteratura a sport-opera un viaggio in dieci sezioni
Il direttore Cappuccio: rassegna etica, biglietti a 8 euro
Dal quartier generale del Napoli Teatro Festival Italia — Palazzo Reale, skyline di piazza del Plebiscito — la prima cosa che dice il direttore Ruggero Cappuccio è che l’8 giugno partirà «una rassegna etica». In che senso, scusi? «Prima i biglietti costavano fino a 34 euro. Quante sere una coppia avrebbe potuto permettersi una pièce? Così li ho ridotti a 8, per gli under 30 a 5, mentre i pensionati entreranno gratis». Prezzi popolari, dunque, per 216 appuntamenti, di cui 160 recite, in 33 giorni con 85 compagnie. «In Italia — continua Cappuccio — la maggior parte degli appassionati di cultura, al netto di filantropi e collezionisti, sono persone con uno scarso reddito: insegnati, studenti e impiegati. Il programma è finanziato da un solo ente, la Regione Campania, che grazie a Vincenzo De Luca ha messo in campo il più grande investimento del centro-sud. Si tratta dunque di fondi pubblici. Il cittadino non può pagare due volte, sul 740 e alla biglietteria». E il segno etico è anche estetico: «Non può esserci distinzione. Ho pensato al programma come una continuità tra le arti: dieci sezioni dalla letteratura allo sport-opera, dalla danza alla musica, con una grande attenzione per i giovani nel programma Osservatorio».
Geograficamente si va dalla Sicilia di Tomasi di Lampedusa, al quale è dedicata una mostra a cura di Gioacchino Lanza Tomasi e José Vicente Quirante Rives «che — dice il regista — esporrà per la prima volta in Italia i suoi manoscritti e tele, sdoganando un’immagine internazionale, non più solo meridionale dell’autore del Gattopardo», alla Svezia di Ingmar Bergman nel centenario della nascita. Vedremo Scene da un matrimonio diretto da Andrej Konchalovskij e Scènes de la vie conjugale con Laetitia Casta e Raphaël Personnaz e la regia di Safy Nebbou. «La distanza geografica tra i due è colmata da una vicinanza poetica — postilla il direttore, che aggiunge —: dal mondo arrivano
ancora Declan Donnellan con Périclès, Prince de Tyr di William Shakespeare, Isabelle Huppert con L’amant di Marguerite Duras (San Carlo) e Mikhaïl Baryshnikov con il suo omaggio a Joseph Brodsky (regia di Alvis Hermanis). E mi piace segnalare anche Clown 2 ½ di Roberto Ciulli».
La prosa italiana è molto contemporanea: «Mi fregio di aver adottato testi di autori che ancora respirano a dispetto di un Paese che preferisce mettere in scena i morti: Mariangela Gualtieri, Manlio Santanelli, Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani e un testo di Lucia Calamaro per Silvio Orlando». E poi: Storia di un’amicizia di Fanny&alexander tratto da L’amica geniale di Elena Ferrante, Una serata con Albert Camus, progetto di Renato Carpentieri, La resa dei conti di Michele Santeramo con Daniele Russo e la regia di Peppino Mazzotta, il Canto degli esclusi concertato a due per Alda Merini con Alessio Boni e Marcello Prayer; Alessandro Preziosi leggerà Moby Dick e Luca Zingaretti sarà protagonista con Il Cantico dei Cantici.
Punta di diamante della sezione musicale L’armonia sperduta di Roberto De Simone. «Il maestro ha avuto la genialità di unire Munasterio ‘e Santa Chiara e lo Stabat Mater di Pergolesi, restituendo senso a una certa canzone napoletana ritenuta ormai corriva» conclude Cappuccio. Dopofestival nel Giardino romantico della reggia borbonica e segni d’arte (eticiestetici) di Mimmo Paladino. Tutto il programma su www.napoliteatrofestival.it.