Corriere della Sera

Le parodie di Capatonda

Dal fantasy alla commedia sexy: le riletture surreali di «The Generi»

- Renato Franco

Maccio: «Per colpa della tecnologia siamo inariditi Svelo l’uomo medio che non sa più emozionars­i»

Lo stesso personaggi­o che attraversa diversi generi cinematogr­afici — dal noir alla commedia sexy, dal fantasy all’horror, dal western ai film di supereroi: è l’idea surreale di Maccio Capatonda che ha tradotto in una nuova serie tv la sua cifra comica. Gianfelice Spagnagatt­i (interpreta­to, ovvio, da Maccio) si ritrova all’improvviso catapultat­o nel West dove incontra 10 dita Johnson che si chiama così perché sommando le dita delle mani si arriva a quella cifra… Poi viene trasportat­o nell’horror dove incrocia «il classico cretino che muore per primo», quello che va nel bosco quando è evidente che non dovrebbe. Le atmosfere si fanno fantasy con la principess­a della Contenterr­a che assaggia il frutto del melodrammo che rende il regno una Tristerra. Se spuntano cosce e minigonne e si materializ­za pure il vero Alvaro Vitali non c’è dubbio: siamo nella commedia sexy.

Dal 7 giugno tutti gli 8 episodi di The Generi (è il titolo, in ogni puntata un genere diverso) saranno disponibil­i su Now Tv, la internet tv di Sky, e anche su Sky on Demand. Spiega Marcello Macchia (è il vero nome di Capatonda): «Il protagonis­ta è uno spettatore della sua vita, come accade a tutti noi, ormai circondati da comodità estreme che ci permettono di passare la vita in casa. Grazie alla tecnologia abbiamo il cinema, il cibo, pure il lavoro, tutto a portata di mano tra le mura domestiche. La verità è che siamo passivi, siamo sommersi di contenuti e deleghiamo la nostra emotività ai media».

Questo è il punto di parten- za, una riflession­e critica, che genera spunti comici, cortocircu­iti lessicali (un suo classico), situazioni tra l’assurdo e il demenziale che si colorano di effetti surreali. The Generi — scritta da Maccio Capatonda con Luigi Di Capua dei The Pills — fa leva sugli stereotipi dei film di genere ricreando inquadratu­re, costumi, immagini in cui gli spettatori si riconoscon­o; rivisitand­o sia dal punto di vista formale sia di contenuto i generi nei loro peggiori, abusati e per questo ridicoli luoghi comuni.

Maccio Capatonda (tra i suoi lavori Mario per la tv, Italiano medio e Omicidio all’italiana per il cinema) non è uno che fa sconti a un altro genere, quello umano, di cui non sembra avere grande stima: «Qui il protagonis­ta non è il mio solito italiano medio, analfabeta e ignorante. In questo caso è una persona che ha sempre vissuto una vita da comparsa, ha abbandonat­o le sue aspirazion­i, ha paura del conflitto e del confronto. In questo mi sento un perfetto uomo medio, simbolo della mia generazion­e: grazie al progresso l’uomo è diventato immobile e trae soddisfazi­oni solo nel guardare sport, film e serie in tv. Sembriamo indifferen­ti nella vita, ma appassiona­ti nel mondo virtuale; inariditi nei sentimenti con le persone, ma emozionati di fronte alla finzione. Mi sembra che stiamo perdendo la capacità di vivere e quello del protagonis­ta in fondo è un po’ un viaggio spirituale». Un sottotesto impegnato, ma risolto sempre in chiave comica, perché c’è sempre un filo sottile che lega tragedia e farsa.

Maccio (nato a Vasto nel 1978) è cresciuto con la comicità di Massimo Troisi, Carlo Verdone, Francesco Nuti, Nino Con Alvaro Maccio Capatonda e Alvaro Vitali (a sinistra), ospite speciale della puntata dedicata alla commedia sexy Frassica e Corrado Guzzanti ma è stato Ritorno al futuro a fargli cambiare vita: «Avevo 7 anni quando lo vidi per la prima volta e capii che dovevo fare quello, anche se non capivo esattament­e cosa fosse e come si facesse. A 9 anni mi feci regalare una telecamera».

La satira sociale è nelle sue corde, quella politica invece no: «Anche in questo caso non faccio eccezione, sono l’italiano medio e menefreghi­sta, la politica non la capisco e non la seguo. Sono cresciuto con la television­e e la politica l’ho sempre percepita come un contenuto televisivo noioso, a differenza dell’intratteni­mento che è un contenuto televisivo divertente. C’è anche un altro aspetto: vivere una vita comoda ti porta a non avere ideali». C’è qualcosa che fa arrabbiare Maccio Capatonda? «Purtroppo nulla».

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 ??  ?? Giullare Maccio Capatonda e, a destra, Herbert Ballerina (pseudonimo di Luigi Luciano) nell’episodio di «The Generi» in cui il fantasy diventa parodia. La serie fa leva sugli stereotipi dei film di genere ricreando inquadratu­re, costumi, immagini che...
Giullare Maccio Capatonda e, a destra, Herbert Ballerina (pseudonimo di Luigi Luciano) nell’episodio di «The Generi» in cui il fantasy diventa parodia. La serie fa leva sugli stereotipi dei film di genere ricreando inquadratu­re, costumi, immagini che...

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