Il nuovo e l’usato sicuro dopo Cecchinato c’è Fognini negli ottavi
Due italiani nei primi 16 a Parigi, non accadeva dal 1976
Non è finita
Il ligure sfida Cilic: «Se recupero posso batterlo». Tra le donne avanza la Sharapova
Sembrava un sabato qualunque sulla rive gauche. Sveglia presto (che non ama), apertura del campo Lenglen in pigiamino rosso contro l’inglese di riserva, Kyle Edmund. 6-3 il primo set, stropicciandosi la barbetta come per svegliarsi del tutto. Poi, all’improvviso, sotto 5-1. Due break recuperati: 4-5. Furbo time out chiesto da Edmund per farsi massaggiare schiena, anca e spezzare il ritmo all’avversario. Funziona: 6-4 per l’inglese nato a Johannesburg, già semifinalista all’australian Open. Ed è allora che Fabio Fognini ha capito che sarebbe servito produrre wrestling, più che tennis, per lasciare scritta sulla terra di Parigi una piccola pagina di storia italiana.
Sono les italiens, diciamocelo, la principale novità di un Roland Garros accomodato sulle vecchie abitudini: francesi che escono a frotte (Gasquet, Pouille, Monfils solo ieri), amore folle con il vecchio Nadal, in gran spolvero per arrivare puntuale all’appuntamento con l’undicesimo titolo, e con l’attempata Sharapova, per la prima volta in forma accettabile nell’era post-meldonio. Marco Cecchinato, 25 anni, da Palermo con furore e con una brutta faccenda di scommesse alle spalle, oggi contro il raffinato belga Goffin è il nuovo che avanza. Fabio Fognini, l’usato sicuro che a 31 anni appena compiuti si riaffaccia sulla soglia
dei top-15, è il maratoneta che resta in campo cinque set e tre ore e mezza per dare all’italia la soddisfazione di due azzurri negli ottavi a Parigi. Non succedeva da 42 anni. Correva il 1976: Corrado Barazzutti si fermava nei quarti sconfitto dal bel Vilas e Adriano Panatta osava vincere il torneo contro Harold Solomon. Ma che fatica recuperare il match di ieri quando Edmund, grazie al pessimo ottavo game di Fabio nel terzo set (break regalato con doppio fallo) volava 6-3 con l’azzurro che si faceva fasciare la caviglia sinistra e sembrava sul punto di rottura. «Momento difficile, a quel punto è stato necessario alzare il livello di gioco». C’è più tennis nel braccio di Fognini, che nel quarto fallisce il 4-0 però chiude 6-4 e nel quinto annulla due mortifere palle break con due colpi di classe (rovescio lungolinea e dritto vincente) e approfitta dell’appannamento di Edmund (64). Domani per Fabio è pronta l’artiglieria pesante di Marin Cilic, gigante croato testa di serie numero 3 (1-2 i precedenti, tutti sulla terra). «Se recupero bene non è impossibile. L’ho già battuto».
È festa italiana (il giovane Berrettini è tornato a Roma con in valigia i complimenti di Thiem, l’unico che nell’ultimo anno è riuscito a battere Nadal sul rosso) in attesa di clamorosi sviluppi. «Più siamo meglio è — dice l’impunito che in serata posta su Instagram la caviglia sotto ghiaccio —. Fa bene al movimento». Al morale, alla ragion di Stato, all’anima, a tutto.