Violentata e ridotta in schiavitù «Se ti ribelli pubblico tutti i video»
Chieti, una 16enne convinta da un amico denuncia i suoi aguzzini. Fermati 2 minori
CHIETI L’ha convinta un suo amico, sedici anni da compiere come lei. L’ha vista piangere, si è fatto raccontare tutto e poi le ha detto: «Il solo modo di liberartene è denunciarli. Vai, fallo, non avere paura». E lei, con un coraggio che non sapeva di avere, è andata da sola in caserma e ha fatto nomi e cognomi dei suoi aguzzini: due ragazzi di diciassette anni e mezzo.
Un incubo durato quasi ventiquattro mesi, durante i quali l’hanno ricattata in ogni modo costringendola ad avere rapporti sessuali con loro e con altre persone. Ieri, all’alba, i due sono stati arrestati dai carabinieri e portati nell’istituto penale per minorenni di Casal del Marmo, alle porte di Roma. Dovranno rispondere di riduzione in schiavitù, pornografia minorile, violenza sessuale di gruppo. Rischiano fino a dodici anni di reclusione.
La storia la racconta il maggiore dei Carabinieri Amedeo Consales. L’estate è quasi finita. Antonella (nome di fantasia) conosce Marco (anche questo di fantasia). All’epoca lei ha quattordici anni e lui, che abita nella stessa città, sedici. Iniziano a frequentarsi, si scambiano le prime effusioni, fanno sesso. «Lui la ritrae in uno di questi momenti e inizia a ricattarla. Minaccia di pubblicare foto e video sui social. Lei vorrebbe tirarsi indietro ma non ce la fa». Se si venisse a sapere, pensa, sarebbe la fine. Lui la tiene in scacco, «in uno stato di completa soggezione psicologica».
Antonella prova a divincolarsi, come emerge dai messaggi recuperati dagli inquirenti. «Ti ho detto che non mi sento... per favore», scrive la ragazza. Lui non ha pietà: «Senza ma e se, un orario». «Tu vuoi vedermi come un cane», replica lei disperata. Lui incalza: «Come mi dovrei comportà? Vedi che ho fatto bene a non eliminare la foto?».
Tutto viene strumentalizzato. Anche il consumo di uno spinello, offertole per cercare di favorire un suo comportamento più disinibito, viene ripreso dai cellulari. Marco non sta zitto. Si vanta con gli amici e a quegli incontri, pian piano, partecipano altri ragazzi. Nel gioco perverso sarebbero implicati altri tre minorenni, anche loro della provincia di Chieti. Tutti insospettabili, figli di famiglie senza problemi particolari.
Fino all’8 maggio, quando Antonella va all’appuntamento seguita di nascosto dai carabinieri che, a un certo punto, intervengono e sequestrano smartphone e tablet contenenti le immagini della ragazza. A casa di uno di loro viene trovata anche della cannabis che avvalora la denuncia della vittima. Parte l’indagine della Procura per i minori dell’aquila che culmina negli arresti di ieri.