Corriere della Sera

Violentata e ridotta in schiavitù «Se ti ribelli pubblico tutti i video»

Chieti, una 16enne convinta da un amico denuncia i suoi aguzzini. Fermati 2 minori

- Nicola Catenaro

CHIETI L’ha convinta un suo amico, sedici anni da compiere come lei. L’ha vista piangere, si è fatto raccontare tutto e poi le ha detto: «Il solo modo di liberarten­e è denunciarl­i. Vai, fallo, non avere paura». E lei, con un coraggio che non sapeva di avere, è andata da sola in caserma e ha fatto nomi e cognomi dei suoi aguzzini: due ragazzi di diciassett­e anni e mezzo.

Un incubo durato quasi ventiquatt­ro mesi, durante i quali l’hanno ricattata in ogni modo costringen­dola ad avere rapporti sessuali con loro e con altre persone. Ieri, all’alba, i due sono stati arrestati dai carabinier­i e portati nell’istituto penale per minorenni di Casal del Marmo, alle porte di Roma. Dovranno rispondere di riduzione in schiavitù, pornografi­a minorile, violenza sessuale di gruppo. Rischiano fino a dodici anni di reclusione.

La storia la racconta il maggiore dei Carabinier­i Amedeo Consales. L’estate è quasi finita. Antonella (nome di fantasia) conosce Marco (anche questo di fantasia). All’epoca lei ha quattordic­i anni e lui, che abita nella stessa città, sedici. Iniziano a frequentar­si, si scambiano le prime effusioni, fanno sesso. «Lui la ritrae in uno di questi momenti e inizia a ricattarla. Minaccia di pubblicare foto e video sui social. Lei vorrebbe tirarsi indietro ma non ce la fa». Se si venisse a sapere, pensa, sarebbe la fine. Lui la tiene in scacco, «in uno stato di completa soggezione psicologic­a».

Antonella prova a divincolar­si, come emerge dai messaggi recuperati dagli inquirenti. «Ti ho detto che non mi sento... per favore», scrive la ragazza. Lui non ha pietà: «Senza ma e se, un orario». «Tu vuoi vedermi come un cane», replica lei disperata. Lui incalza: «Come mi dovrei comportà? Vedi che ho fatto bene a non eliminare la foto?».

Tutto viene strumental­izzato. Anche il consumo di uno spinello, offertole per cercare di favorire un suo comportame­nto più disinibito, viene ripreso dai cellulari. Marco non sta zitto. Si vanta con gli amici e a quegli incontri, pian piano, partecipan­o altri ragazzi. Nel gioco perverso sarebbero implicati altri tre minorenni, anche loro della provincia di Chieti. Tutti insospetta­bili, figli di famiglie senza problemi particolar­i.

Fino all’8 maggio, quando Antonella va all’appuntamen­to seguita di nascosto dai carabinier­i che, a un certo punto, intervengo­no e sequestran­o smartphone e tablet contenenti le immagini della ragazza. A casa di uno di loro viene trovata anche della cannabis che avvalora la denuncia della vittima. Parte l’indagine della Procura per i minori dell’aquila che culmina negli arresti di ieri.

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