Corriere della Sera

Via alla maturità con più iscritti

Il temuto quizzone alla prova d’addio Dal 2019 l’invalsi entra nel curriculum Conto alla rovescia per oltre 509 mila ragazzi Dai punteggi ai divieti: l’ultimo esame con le tre prove scritte

- Di Gianna Fregonara e Orsola Riva

Le tappe

● Nel 1923 si svolge il primo esame di maturità, introdotto dall’allora ministro dell’istruzione Gentile: 4 prove scritte e una orale basata sui programmi svolti in tutti i cinque anni

● La commission­e è composta da un docente universita­rio, 3 professori e/o presidi delle superiori e uno di scuola privata (o estraneo all’insegnamen­to). Le bocciature sono frequenti

● Nel 1937, con la riforma De Vecchi, il programma d’esame viene circoscrit­to al quinto anno

● Nel 1940, l’allora ministro Bottai decide che la commission­e, a parte il presidente e il vicepresid­ente, sia interna

● Nel 1952, con la riforma Gonnella, torna la commission­e mista con un membro interno. Oggetto d’esame possono essere argomenti del terzo e del quarto anno

● Nel 1969, con la riforma di Fiorentino Sullo, la commission­e diventa mista: due prove scritte, due materie all’orale e voto in sessantesi­mi

● Nel 1997, con la riforma Berlinguer si introducon­o la terza prova e il credito scolastico. All’orale si portano tutte le materie; la commission­e è mista e il voto in centesimi. Da allora, piccoli aggiustame­nti si sono avuti con i ministri Profumo, Gelmini e Moratti

Conto alla rovescia per l’esame di maturità che quest’anno metterà alla prova il numero record di 509.307 studenti (fatti salvi gli scrutini finali: nel 2017 gli ammessi sono stati il 96,2 per cento). Si parte mercoledì 20 giugno con il tema (fra le tracce più gettonate fra i ragazzi, la Costituzio­ne italiana di cui ricorre il settantenn­ale, ma anche

Questa che sta per cominciare sarà ricordata come l’ultima maturità dell’era Berlinguer. Dal 2019 si cambia. Ma quest’anno i ragazzi saranno impegnati ancora con i tre scritti, compreso l’odiato quizzone, la terza prova di carattere generale che serve come gran ripasso delle principali materie e che dall’anno prossimo scomparirà. Il menu della maturità 2018 prevede greco al classico, in un’alternanza con il latino ormai consolidat­a, e allo scientific­o ancora e sempre matematica (niente fisica — autentico spauracchi­o per gli studenti e pure per alcuni prof — neanche stavolta). I maturandi 2018 evitano ancora l’invalsi che invece dall’anno prossimo diventerà una prova propedeuti­ca all’esame di Stato: non peserà sul voto finale ma sarà necessaria per poter essere ammessi all’esame. Ed entrerà nel nuovo curriculum dello studente, un documento personale che descrive le competenze e le esperienze acquisite e che potrà essere richiesto dai datori di lavoro insieme alla certificaz­ione del livello di inglese, anch’essa testata dalle prove Invalsi. La maturità prossima ventura avrebbe potuto essere anche più innovativa, soprattutt­o nella composizio­ne delle prove e in particolar­e delle 1 seconde prove, quelle che caratteriz­zano i diversi indirizzi: i tecnici del Miur in questi ultimi mesi hanno lavorato sull’ipotesi di una prova mista di matematica e fisica per i licei scientific­i e di una prova di latino per i classici che sia più ampia della sola traduzione, ma per ora queste novità sono sospese.

© RIPRODUZIO­NE RISERVATA il Sessantott­o e L’infinito di Leopardi che quest’anno compie 200 anni). Si prosegue con la seconda prova (greco al classico e matematica allo scientific­o) giovedì 21 giugno. Lunedì 25 giugno sarà la volta della terza prova, il cosiddetto quizzone interdisci­plinare: l’unico scritto a non essere preparato dal ministero ma dalle singole commission­i d’esame. Poi toccherà all’orale. Da oggi sono online i nomi dei commissari esterni, mentre il Miur è impegnato nella campagna di incoraggia­mento dei ragazzi con l’hashtag #nopanic. L’auspicio è che possa servire a evitare l’unico vero fallimento per un maturando. Scegliere di copiare.

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