I risultati ottenuti nell’intero triennio saranno conteggiati nel voto conclusivo
Come si calcola il voto di maturità? Fatto 100 il punteggio massimo, i ragazzi arrivano all’esame con un tesoretto accumulato nel triennio che può valere da un minimo di 10 (per chi ha sempre galleggiato attorno alla sufficienza) a un massimo di 25 punti (media fra il 9 e il 10). Ai crediti scolastici vanno poi aggiunti i 15 punti (massimo) per ogni prova scritta più i 30 dell’orale, al termine del quale la commissione può decidere di assegnare 5 punti di bonus per alzare il punteggio agli studenti che ritiene meritevoli. Nella nuova maturità che esordirà nel 2019 si è deciso di far pesare molto di più il curriculum che potrà partire già con 40 punti, mentre le altre tre prove (i due scritti rimasti e l’orale) avranno tutte lo stesso peso: al massimo 20 punti. A contare sarà soprattutto la storia pregressa dei ragazzi, ma non è detto che in questo modo il voto sarà più «giusto». Ogni anno a luglio con la pubblicazione dei risultati della Maturità scoppiano puntuali le polemiche sul record di lodi al Sud (in Puglia in particolare) e i risultati striminziti del Nord (a dispetto delle prove Invalsi e dei test Ocse-pisa in cui gli studenti settentrionali sono avanti parecchie leghe). Colpa (a seconda dei 2 punti di vista) dei prof del Nord troppo stretti sui voti, o di quelli del Sud di manica larga? Visto che il triennio peserà quasi per metà sul voto finale, sarà il caso che anche i docenti più restii a dare 10 rivedano al rialzo i loro standard. A giudicare dal record di lodi di Milano del 2017, alcuni hanno già cominciato.
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