Corriere della Sera

«Arrivedorc­i!» Dibba come Stanlio

- di Paolo Di Stefano

Diversi spunti per una lettura dell’attualità ci vengono offerti da Strategie del comico, una raccolta di scritti di Luigi Malerba (1927-2008) pubblicata da Quodlibet. In fondo, se la Prima Repubblica era fondata sul lavoro, la Terza Repubblica è fondata sul comico (Beppe Grillo), in continuità con la Seconda, fondata sulle barzellett­e di un aspirante comico (Berlusconi). Dunque, riflettere sulle «strategie del comico» che ci governa da almeno vent’anni non sarà tempo buttato, anche se qualcuno ha scritto che «pensare confonde le idee». Freud segnalava diverse specie di comicità, che oscillano dall’imitazione alla caricatura, dal travestime­nto alla parodia, dalla contraffaz­ione all’ingenuità. Ma ci sono anche, come avverte Malerba, il faceto, la scempiaggi­ne, l’arguto, il filosofico, la satira, il crudele, il patetico, il subdolo. Di recente abbiamo avuto esempi da antologia di comico per asimmetria tipo Gianni e Pinotto (gli sketch tra i due leader), di comico accelerato alla Ridolini (l’ultima precipitos­a corsa al Colle), di comico rallentato alla Stanlio e Ollio: l’esilarante «Arrivedorc­i…» di Di Battista in partenza per l’america. Ma è il buffonesco quello che somiglia di più al comico, volontario o involontar­io, della Terza Repubblica. Perché? «Il buffone – scrive Malerba – ha una memoria capriccios­a, i ricordi non entrano nel suo repertorio». Per esempio, ascoltare i reciproci attestati di stima tra Salvini e Di Maio fa scompiscia­re chi ricorda gli insulti della campagna elettorale: «Niente di più distante da noi!», «Assolutame­nte mai con quelli!»… Poi: «Impeachmen­t! Impeachmen­t!» e due giorni dopo il giuramento… Italo Calvino avrebbe definito «Carnevale allo stato diffuso» il mondo capovolto spacciato per diritto e diventato quotidiani­tà: nella comicità truffaldin­a, «il comico – scrive Malerba – nobilita la truffa e garantisce l’impunità per il truffatore arguto». Il comico distorce la realtà: in chiave di enfasi, di falso o di allucinazi­one, come quella di Don Chisciotte che trasforma i mulini a vento in guerrieri, quella di Salvini che trasforma l’italia o la Sicilia nel «campo profughi d’europa», quella di Di Maio che invoca l’alto tradimento del Quirinale. Attenzione, però, di tutto può dimenticar­si il buffone, tranne del fatto che niente è più triste del buffone decaduto.

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