La mossa di Abi Lab, cantiere blockchain per quattordici banche
Passare dalle ipotesi teoriche al funzionamento concreto della tecnologia «blockchain» nella trasmissione dei dati tra le banche. È con questo obiettivo che su impulso di Abi Lab — il laboratorio tecnologico promosso dall’associazione bancaria italiana, un primo gruppo di banche italiane ha avviato la sperimentazione operativa di una blockchain «privata» (Dlt), limitata ad un numero limitato di soggetti aderenti. Sono 14 le banche coinvolte in questo progetto (Banca Mediolanum, Mps, Banca Sella, BNL - BNP Paribas, Popolare di Sondrio, Banco BPM, Chebanca! , Credito Emiliano, Crédit Agricole, Credito Valtellinese, Iccrea Banca, Intesa Sanpaolo, Nexi Banca, e Ubi).
Questi istituti sono impegnati nell’applicazione della tecnologia blockchain ai processi interbancari, con l’obiettivo di conseguire i vantaggi della trasparenza e visibilità delle informazioni, della maggiore velocità di esecuzione delle operazioni e della possibilità di effettuare verifiche immediate.
«Questa iniziativa ha una grande importanza perché rappresenta il primo test concreto Marco Palmieri guida Piquadro di applicazione di una blockchain ad un uso industriale», spiega il vicedirettore generale dell’abi Gianfranco Torriero. Per adesso l’ambito di sperimentazione riguarda la «riconciliazione» interbancaria, che verifica la corrispondenza delle attività che interessano due banche diverse, ad esempio operazioni effettuate fra due clienti di due istituti. Il gruppo di lavoro ha selezionato come tecnologia Dlt «Corda» sviluppata da R3, con la collaborazione di Ntt Data per lo sviluppo applicativo e Sia come fornitore dell’infrastruttura.