Tutto e il contrario di tutto, il bello del Giappone
«Iro iro» di Giorgio Amitrano (DEA) unisce divulgazione vivace e competenza su un Paese dove pop e sublime convivono
● Nelle foto, dall’alto: Ernesto Franco, direttore editoriale di Einaudi e presidente del comitato scientifico del festival; il giornalista e telecronista sportivo Federico Buffa; l’autrice Dori Ghezzi (foto Lapresse); il compositore Nicola Piovani (Ansa); il logo del Memoria Festival Il volume
Si può partire dalla fine. Dal negoziante di Osaka che al cliente vende una bicicletta nera. Che gli chiede «nome e indirizzo in caratteri giapponesi». E che, con pennello e pittura bianca, traccia «in meno di un minuto» segni «perfetti e bellissimi»: nome e indirizzo, appunto. Un’epifania di «fulminea eternità» che sintetizza il viaggio nel quale Giorgio Amitrano — professore, già direttore dell’istituto italiano di Cultura a Tokyo, traduttore di classici e di contemporanei — accompagna il lettore.
Il suo libro si intitola Iro iro. Il Giappone tra pop e sublime (DEA). E iro iro è un termine che — spiega — indica insieme eterogeneità, una variopinta molteplicità, un’espressione «persino un po’ sexy». Amitrano attraversa il mondo giapponese, la scrittura, il tè, le cerimonie, tutto. Cita capolavori della letteratura nipponica e altri che nipponici non sono e magari non sono, in assoluto, neppure capolavori, come quando ricorre a Lo zen e l’arte della manutenzione della mo- tocicletta di Pirsig per constatare che se «il karaoke non è proprio il massimo dello zen», tuttavia «esso si può manifestare nei contesti più inaspettati». Perché in fondo è bello veder «sfumare le linee di confine tra concetti opposti».
Riuscendoci, l’autore prova a confutare l’affermazione distruttiva di quel personaggio di Mishima convinto che «non è possibile sfiorare con una mano l’eternità e con l’altra la vita». Si può, invece. E allo stesso modo Amitrano sa combinare la competenza con una felice capacità divulgativa: due qualità che gli consentono di riconoscere lealmente, raro caso tra gli accademici, che «in molti casi le impressioni di chi non ha approfondito la conoscenza del Giappone abbiano una freschezza che gli scritti di specialisti non hanno».
Linee di confine
Lo zen si manifesta nei contesti più inaspettati: anche nel karaoke. I confini infatti sono labili