Corriere della Sera

Errori di gioventù

Italia superiore non sfrutta tutte le occasioni create Nella ripresa entra Zaza e segna il gol del vantaggio Nel finale arriva il pareggio beffa dell’olanda

- Alessandro Bocci

Chissà se al momento di stringere la mano a Ronald Koeman, lo stesso Koeman che ventisei anni fa a Wembley gli ha portato via la Champions League, Roberto Mancini ha avuto un sussulto. O se, invece, è riuscito a rimanere concentrat­o sulla missione, molto complicata, di riportare la giovane Italia fuori dalla palude dell’anonimato. La sfida tra deluse con l’olanda allo Stadium conferma che la strada è lunga e impervia. Il pari è una beffa, solo perché siamo raggiunti a 2 minuti dal novantesim­o dal colpo di testa di Aké, la controfigu­ra di Gullit. Ma se, sino all’intervallo, la superiorit­à degli azzurri è evidente per intensità, atteggiame­nto e numero di occasioni costruite, nella ripresa gli Oranje fanno meglio di noi. Il gol dell’illusione, a metà ripresa, è realizzato da Zaza (il secondo in Nazionale) grazie a un rimpallo e interament­e costruito dagli uomini partiti in panchina: De Sciglio avvia l’azione, Chiesa affonda sulla destra e crossa. Il sorriso del Mancio si trasforma in una smorfia quando arriva il pari. Ma subito dopo l’acuto di Zaza e l’espulsione di Criscito per un fallo da ultimo uomo, la Nazionale perde le distanze e va in difficoltà. E prima del pareggio di Aké, tocca a Perin, nel suo nuovo stadio, salvare per due il risultato: sulla punizione angolata di Depay e sul tiro secco di Berghius. Tanti errori, anche di gioventù.

Ora le vacanze. Il bilancio, sul piano dei risultati, è modesto. Una vittoria risicata con la fragile Arabia Saudita, una sconfitta evidente in Francia e un pareggino triste con l’olanda. La difesa va registrata (5 gol in tre partite), l’attacco deve migliorare, diventare più cinico. Qualcosa però si vede. Il tentativo di fare la partita e di giocare da squadra. Ci sarà da sudare e soffrire. Non siamo precipitat­i al ventesimo posto del ranking per caso. E non è attraverso partite così che scacceremo la grave disaffe-

zione dei tifosi. Sono appena 20.500 gli spettatori dello Stadium (tra cui il vecchio c.t. Antonio Conte) e il secondo anello è quasi vuoto. L’opera di ricostruzi­one, oltreché dai risultati, deve passare anche dal gioco.

Mancini cambia gli uomini, non il modulo. Dieci giocatori diversi rispetto alla Francia tre giorni fa. Ancora 4-3-3 con Jorginho, stakanovis­ta, sempre titolare in questo trittico di partite. L’italia è volenteros­a in una partita a basso contenuto agonistico e alterna il palleggio corto ai lanci lunghi. Insigne, il primo capitano azzurro nella storia del Napoli, sembra il più ispirato. In ogni caso la squadra di Mancini, pur senza incantare, segna un gol con Belotti annullato dalla Var e costruisce quattro occasioni nitide. Belotti spreca la prima (sbagliato il controllo e tiro troppo centrale), poi tocca a Verdi due volte, la seconda davanti al portiere. L’incornata all’indietro di Criscito sorprende Cillessen, ma trova pronto Vormer che salva sulla linea. Nella ripresa l’olanda cresce. Soprattutt­o l’italia sbaglia tutte le uscite. Il gol di Zaza sembra la svolta, ma non lo è. Il pari di Aké chiude una stagione da dimenticar­e.

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 ??  ?? A un passo L’olandese Ruud Vormer salva sulla linea sul colpo di testa di Domenico Criscito. A destra l’autore del gol Simone Zaza (Lapresse)
A un passo L’olandese Ruud Vormer salva sulla linea sul colpo di testa di Domenico Criscito. A destra l’autore del gol Simone Zaza (Lapresse)

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