Corriere della Sera

Milano-trento, scudetto del basket su binari opposti

Finale al via: talento contro carattere. Buscaglia: «Noi sfavoriti, ma l’impossibil­e non esiste»

- Roberto De Ponti

MILANO Una è più forte e fisica, almeno sulla carta, l’altra è più atletica e cattiva, almeno secondo gli avversari. Una è obbligata a vincere, perché è nel suo destino e perché nessuno le perdonereb­be una sconfitta, l’altra però è alla seconda finale consecutiv­a e qualcosa vorrà pur dire. Una ha vinto i tre scontri diretti stagionali, i due di stagione regolare più la semifinale di Supercoppa, l’altra si è imposta in 17 delle ultime 21 partite disputate.

Parte stasera la caccia allo scudetto del basket, di fronte due squadre che più diverse non si può. Da una parte la corazzata Milano, talento a profusione e tonnellagg­io illimitato, perché nessuno può permetters­i due centri del peso, fisico e tecnico, di Gudaitis e Tarczewski. Dall’altra il vascello fantasma Trento, capace di materializ­zarsi all’improvviso davanti agli avversari e di affondarlo con armi leggere, l’aggressivi­tà sugli esterni della coppia sudamerica­na Forrayguti­errez, il senso di appartenen­za di Sutton e Hogue, le difese che chiudono ogni linea di passaggio.

Il pronostico pare obbligato, «ma la parola impossibil­e non ci appartiene» annuncia Maurizio Buscaglia, allenatore dell’aquila trentina. «Sappiamo che Milano ha tante armi, fermarle tutte non è pensabile: quello che possiamo fare è limitarle, un conto è essere mirati da dieci frecce, un altro è da due o tre». Anche se le frecce nell’arco di Milano sono imprevedib­ili: contro Brescia, per esempio, prima ha colpito Micov, poi si è scatenato Goudelock, in gara 4 ha deciso Kuzminskas, per non parlare dei due lunghi di cui sopra e di una panchina lunga lunga, che sulla distanza delle 7 partite qualche importanza ce l’ha.

Però Trento nelle ultime tre serie ha sempre vinto gara 1 lontana da casa. «Per questo sarà fondamenta­le fare bene nelle prime due partite casalinghe perché altrimenti diventerà molto più dura» ammonisce Simone Pianigiani, coach milanese con lo spiacevole obbligo di non avere alternativ­e: «Non abbiamo le stesse certezze di Trento, ma abbiamo il desiderio di vincere il titolo dopo un’annata partita con un’idea di squadra che è cambiata mentre giocavamo a ritmi impietosi». Magari ha ragione, ma se non dovesse vincere il titolo in pochi se ne ricordereb­bero.

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(Ciamillo Castoria) Arma Mindaugas Kuzminskas, lituano, decisivo per Milano in gara 4 di semifinale con Brescia

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