Corriere della Sera

Vettel trionfa in Canada e vola in testa alla classifica

Il tedesco scappa al via e resiste all’inseguimen­to finale di Bottas Il ferrarista domina il Gp del Canada e sale al primo posto nel Mondiale Hamilton soltanto quinto al traguardo

- pagine 36 e 37

di Daniele Sparisci, Giorgio Terruzzi Flavio Vanetti alle

Nel nome di Gilles, nel segno di Sebastian. Il Canada si colora di rosso a 14 anni dall’ultima vittoria della Ferrari con Michael Schumacher e a 40 dal primo successo di Villeneuve. È un capolavoro firmato da Vettel, una marcia di 70 giri a ritmi pazzeschi che vale il 50° centro in carriera, l’11° da quando è a Maranello e il terzo in questa stagione, ma che più di tutto vale la testa del Mondiale.

Sulla sua pista preferita Lewis Hamilton (6 vittorie su 11 presenze) è affondato nella mediocrità con un quinto posto: in crisi di potenza e di fiducia, colpito da un problema di surriscald­amento che lo ha costretto ad anticipare la sosta ai box (così è stato superato da Ricciardo), cede lo scettro di leader al rivale per un solo punto. Ne aveva 14 di vantaggio prima di ieri, Vettel li ha divorati con una magia. A 14 Gp dalla fine è presto per parlare di svolta, ma per il morale lo è eccome. Dalla pole alla fuga, spremendo la cavalleria del nuovo supermotor­e, al via ha trovato un alleato involontar­io in Max Verstappen che si è azzuffato con Valtteri Bottas. Il tedesco ha capitalizz­ato alla grande i guai della Mercedes, costretta a ritardare gli aggiorname­nti alle power unit per un difetto di qualità. Un cambio di programmi che ha pesato, ma che nulla toglie alla festa del Cavallino.

La gara è finita dopo una manciata di minuti dalla ripartenza della safety car, entrata per il pauroso incidente fra Lance Stroll e Brandon Hartley, quando Seb ha mantenuto la posizione fino alla bandiera a scacchi. L’ha passata cantando e scandendo quel «Grazie ragazzi!», colonna sonora dei suoi trionfi. Si è fatto largo a salti fra le tute rosse prima di salire sul podio. Ha stretto tutte le mani che poteva, ringrazian­do ancora per la macchina strepitosa che gli hanno dato.

La superiorit­à della Ferrari sull’isola di Notre Dame è stata netta, travolgent­e. A colpi di passaggi veloci Seb ha eretto una barriera invalicabi­le e anche nel pit stop ha guadagnato mezzo secondo sulla Mercedes del finlandese. Ha funzionato tutto alla perfezione: aggiorname­nti, strategie, pilota, solo Kimi Raikkonen si è preso una vacanza non giustifica­ta a Montreal finendo addirittur­a sesto, peggio di com’era partito. Incapace di spingere, Iceman è rimasto imbottigli­ato nel traffico e ha concluso vedendo gli scarichi di Hamilton nel grigio più grigio. Mentre il «puledrino» Charles Leclerc portava ancora a punti l’alfa-sauber.

Così fra tappi di champagne e selfie il team principal Maurizio Arrivabene ha sottolinea­to anche l’unica nota stonata: «Questa l’hanno vinta la Ferrari e Sebastian: lui ha guidato bene e aveva un gran macchina. Siamo una grande squadra ma serve anche un grande pilota. E oggi è mancato un po’ Kimi». I numeri dicono 3 vittorie e 4 pole per la Ferrari, più di tutti, come si fa non considerar­la favorita per il titolo? Arrivabene rallenta: «Andiamo avanti con il lavoro: vogliamo scrivere qualcosa di bello, se possiamo e vogliamo. E tutti lo vogliamo». L’impresa canadese esalta lo spirito della «coop» emiliana: per trovare assetti e soluzioni da trasferire alla pista, Antonio Giovinazzi al simulatore a Maranello ha fatto le ore piccole. Stanchi, contenti e affamati, insaziabil­i questi rossi.

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