Corriere della Sera

«Euro e bilancio Ora da Roma segnali positivi»

- di Luigi Offeddu

Il neoministr­o italiano dell’economia, Giovanni Tria, si impegna a fare di tutto perché l’italia rimanga nell’area euro. Che cosa ne pensa, presidente Weber?

«Che sono molto contento di queste sue parole, e che la sua è una linea estremamen­te positiva. Soprattutt­o nel quadro dell’eurozona di oggi».

Manfred Weber, bavarese di 45 anni, è il presidente del gruppo del Partito popolare europeo all’europarlam­ento, ed è da sempre considerat­o il portavoce ufficioso della cancellier­a Angela Merkel nelle aule di Strasburgo e Bruxelles. Commenta le parole pronunciat­e da Tria nella sua prima intervista, rilasciata ieri al Corriere della Sera: «Non è solo che non vogliamo uscire (dall’area, ndr): agiremo in modo tale che non si avvicinino condizioni che possano mettere in discussion­e la nostra presenza nell’euro».

In sostanza, Roma vuole tenere sotto controllo il rapporto fra debito pubblico e Prodotto interno lordo, e avviare riforme interne che siano alimentate da un bilancio pubblico di investimen­ti; strategia italiana, spiega Weber, che è potenzialm­ente «ben compatibil­e» con quanto si sta facendo oggi nell’unione Europea e nell’eurozona: per esempio, con il bisogno di riforme interne già rilevato in Germania, Spagna e Austria, e con quel percorso verso una crescita del 2,5% nell’area euro alimentato soprattutt­o dagli investimen­ti. Perché «possiamo risolvere i problemi solo se stiamo insieme, se parliamo, se collaboria­mo con un’idea comune dell’euro».

Che ne pensa dei nuovi leader italiani? Per i loro oppositori, sono un pugno di populisti…

«Per me, a Roma siede oggi un governo eletto democratic­amente dal popolo italiano, e io rispetto i risultati delle elezioni. È estremamen­te positivo come si comporta il nuovo ministro delle Finanze. E questo è stato anche un successo del presidente Mattarella, che si è impegnato a trovare un ministro delle Finanze difensore della permanenza dell’italia nell’eurozona».

Però non è stato semplice…

«È stato certo un periodo difficile, ma secondo me ora è importante non guardare indietro a questo. Bisogna ascoltare le voci italiane del presente. Ascoltare ciò che dice il vostro nuovo ministro delle Finanze, che è in linea con ciò che possiamo fare nell’eurozona».

E la riforma delle pensioni? Tria dice che la legge si può migliorare, ma «con attenzione alla sostenibil­ità. Su queste materie non si improvvisa».

«Sono pienamente d’accordo. Nell’ultimo decennio, ogni Paese membro dell’unione si è trovato con la necessità di questa riforma, e di fronte a una questione fondamenta­le: la nostra società sta invecchian­do, e questo per me è uno sviluppo positivo perché possiamo vivere più a lungo. Ma questo sviluppo positivo ha un impatto sulle nostre finanze, e bisogna adattarsi a pagamenti più ridotti quando si va in pensione. È una sfida che bisogna affrontare e comprender­e, senza costi aggiuntivi per le generazion­i future. E mi lasci aggiungere qualcos’altro».

Prego.

«Noi in Europa dobbiamo smetterla di finanziare le riforme delle pensioni, o altre riforme sociali, o qualsiasi altra azione, con il debito, con i soldi prestati dalle banche. Questo approccio è finito, deve finire. Perciò, ancora una volta, comprendo e condivido quel che dice il vostro ministro delle Finanze».

E poi c’è un altro problema, che riguarda questa volta tutti gli europei: quel mister Donald Trump che pianta in asso il vertice G7 nel Quebec e se ne va quasi senza salutare. Che impression­e vi ha fatto?

Il governo è eletto democratic­amente dal popolo italiano, io rispetto le elezioni

È estremamen­te positivo come si comporta il nuovo ministro delle Finanze

«Penso che molte persone siano choccate dai comportame­nti del presidente Trump. E dal suo non mostrare rispetto, qualche volta, per dei leader democratic­amente eletti: in Quebec, è stata davvero un’esperienza talmente nuova… Se poi lui è veramente deciso a insistere con le sue tariffe più alte, questo può avere un impatto diretto e drammatico sulle condizioni di vita dei cittadini europei. Perché noi siamo un continente che dipende dal commercio. Ma in questo senso, in Quebec c’è stato un fatto positivo: che siamo rimasti uniti, e all’atmosfera positiva ha contribuit­o anche la presenza del vostro neopremier Conte. Ancora una volta: l’europa deve parlare con una sola voce, e così può avere del potere anche nei confronti dell’america o della Cina. Se no, è estremamen­te debole».

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Chi èManfred Weber, 45 anni, è il presidente del gruppo del Partito popolare europeo all’europarlam­ento
 ??  ?? L’intervista al ministro dell’economia Giovanni Tria pubblicata ieri sul Corriere della Sera
L’intervista al ministro dell’economia Giovanni Tria pubblicata ieri sul Corriere della Sera

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