Corriere della Sera

La rabbia dei 5 Stelle vicini a Fico «Diventiamo una corrente leghista»

- Giuseppe Alberto Falci

ROMA «Roberto interverrà a San Ferdinando e pronuncerà parole in netta discontinu­ità con quelle di Luigi e di Salvini». A sera quando ormai da ore il leader del Carroccio ha alzato il muro nei confronti della nave Aquarius («Da oggi anche l’italia comincia a dire No al traffico di essere umani, No al business dell’immigrazio­ne clandestin­a», ha affermato Salvini) la chat dei Cinque Stelle più ortodossi, ovvero dei parlamenta­ri vicini al presidente della Camera, ribolle.

E uno dei partecipan­ti assicura che oggi «Fico dirà qualcosa che farà da controcant­o ai muri di Salvini». Perché, insiste un grillino della prima ora, «per noi salvare vite umane è un principio inderogabi­le». Gli fa eco un altro: «Se continua così diventerem­o una corrente della Lega».

Eppure, il ragionamen­to che impazza fra i ribelli suona più o meno così: «Non saremo certo noi a convincere Salvini, ma l’iniziativa deve partire dai nostri in Consiglio dei ministri». I parlamenta­ri più vicini al presidente della Camera sono infuriati per la presa di posizione del ministro dell’interno che «demolisce il nostro lavoro degli ultimi anni, il nostro programma costruito giorno dopo giorno».

All’arrabbiatu­ra per Salvini si alterna poi un sentimento di delusione per l’atteggiame­nto di Luigi Di Maio. Il quale, intervista­to a In Mezz’ora da Lucia Annunziata, ha spalleggia­to il leader della Lega: «Quello dei migranti è stato finora in Italia un fenomeno incontroll­ato perché si è fatto del business. Vogliamo introdurre una rendiconta­zione puntuale dei fondi spesi, e forse scopriremo che ne servivano e ne servono di meno. E allora per qualche cooperativ­a fittizia e qualche associazio­ne la pacchia è finita».

Gli ortodossi si affidano così anima e corpo a Fico. «Roberto è l’unico argine a questo esecutivo», assicura un deputato. E sarà appunto «Roberto» oggi, quando si recherà a San Ferdinando, luogo simbolo perché lì è stato ucciso il sindacalis­ta del Mali Soumaila Sacko, a parlare con le associazio­ni che operano in quella tendopoli e a rivendicar­e il principio di solidariet­à e cooperazio­ne. Oltre che, come confidano altri, «a pronunciar­e parole in netta discontinu­ità» con la narrazione salviniana. «Se Roberto dirà qualcosa di forte avrà certamente un impatto, Luigi non può reggere a braccetto con Salvini», mormora un parlamenta­re che non ha mai digerito il contratto di governo gialloverd­e.

Dallo staff di Fico confermano che «Roberto parlerà ma non c’è la volontà di alcuno scontro politico». Sempliceme­nte, spiegano, «si tratta di un percorso coerente con la sua storia». Tuttavia lo scontro, seppur velato, resterà agli atti.

E se si riavvolge il nastro, fa ricordare a uno dei ribelli la tenzone che si consumò nel 2010 fra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Quando all’epoca l’ex An provò a pungolare l’azione politica dell’esecutivo del Cavaliere dalla tolda di comando di Montecitor­io. «Speriamo non segua la sorte di Fini», ironizza un parlamenta­re. E in serata il clima si accende ancora di più per il comunicato congiunto di Danilo Toninelli e Matteo Salvini che chiede a Malta di aprire i suoi porti. «Ecco, è la prova che ormai siamo stati risucchiat­i dai leghisti», allarga le braccia un pentastell­ato.

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Il segretario della Lega Matteo Salvini, 45 anni, è vicepresid­ente del Consiglio e ministro dell’interno
Lega Il segretario della Lega Matteo Salvini, 45 anni, è vicepresid­ente del Consiglio e ministro dell’interno
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5 Stelle Roberto Fico, 43 anni, già presidente della Commission­e vigilanza Rai, è presidente della Camera

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