Chi ha il dovere di soccorrerli
1 Salvare la vita in mare è un obbligo? Sì, in Italia l’ingiustificata omissione di soccorso ai naufraghi costituisce reato ai sensi degli articoli 1113 e 1158 del codice della navigazione. Per la Convenzione di Amburgo inoltre tutti gli Stati con zona costiera sono tenuti ad assicurare un servizio di Sar, «search and rescue» (ricerca e salvataggio). 2 Che cos’è un porto sicuro e chi decide qual è il porto sicuro più vicino? È il luogo in cui può essere garantita innanzitutto l’incolumità e l’assistenza sanitaria dei sopravvissuti. L’individuazione di tale luogo spetta al Paese che coordina l’azione di salvataggio. 3 Perché le navi delle Ong non sbarcano a Malta e perché Salvini attacca il governo dell’isola? Malta ha una zona di ricerca e soccorso ma non ha mai sottoscritto alcuni articoli della Convenzione di Amburgo del 1979 e della Convenzione Solas del 1974 dell’organizzazione Marittima Internazionale: queste norme prevedono che lo sbarco avvenga nel Paese che ha coordinato i soccorsi, e da sempre in quel tratto di mare i soccorsi sono stati coordinati dall’mrcc, il coordinamento della Guardia costiera italiana. Tuttavia se, come avvenuto ieri con Aquarius, chi coordina i soccorsi indica Malta come porto sicuro alternativo, allora deve essere consentito l’accesso. Fino a oggi sono stati pochissimi gli sbarchi autorizzati sull’isola, date anche le scarse capacità ricettive attivate dalle autorità maltesi. 4 Il governo italiano può chiudere i porti?
Sì, ma il rifiuto di accesso ai porti di imbarcazioni che abbiano effettuato il soccorso in mare comporta la violazione degli articoli 2 e 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo, qualora le persone soccorse abbiano bisogno di cure mediche urgenti, nonché di generi di prima necessità (acqua, cibo, medicinali).