Paura per Sara, scomparsa venerdì Il suo fidanzato trovato morto
Melzo, il 31enne si è impiccato. Lei ha 10 anni di meno. La targa dell’auto in un canale
Manuel e Sara vivevano in simbiosi. Avevano chiuso con i vecchi amici, ridotto al minimo l’uso del telefonino, costruito un rapporto d’amore diventato quasi un guscio per proteggere Sara dalle sue fragilità, da quel carattere schivo e introverso, dalle crisi di pianto che la colpivano senza motivo.
Quella di Manuel Buzzini, 31 anni, e Sara Luciani, 21, potrebbe essere solo la storia di una assurda tragedia, con il ragazzo che si uccide dopo un incidente con l’auto finita in un canale portandosi via per sempre il suo giovane amore. Ma sulla morte dei due fidanzati aleggia l’ombra dell’ennesimo femminicidio, di un omicidio suicidio.
I carabinieri non escludono nessuna delle due ipotesi, anche perché il corpo della ragazza non è ancora stato trovato. Così come nessuno sa che fine abbia fatto la Volkswagen Golf del 2006 intestata all’operaio 31enne.
La Muzza, canale artificiale dalle acque burrascose che scorre tra le province di Milano, Lodi e Cremona, per ora ha restituito soltanto il paraurti posteriore con la targa e pochi pezzi di carrozzeria rimasti incastrati nelle grate alla centrale di Paullo.
Ieri i Vigili del fuoco hanno sorvolato il canale con un elicottero, i sommozzatori hanno individuato solo vecchie carcasse di auto, nessun segno di incidente. Le ricerche si concentrano tra le «chiuse» di Truccazzano e Paullo.
Tutto inizia venerdì alle 22 quando i genitori della 21enne raccontano di aver visto per l’ultima volta Sara. Quella sera i fidanzati, che vivevano con loro in via Madonnina 12 a Melzo, sono usciti insieme. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Cassano d’adda, guidati dal capitano Giuseppe Verde, accertano che la Golf passa sotto alle telecamere nel centro di Cassano poco prima dell’una di notte.
Poi alle 4 il sistema di sorveglianza della farmacia di via Mantova a Melzo riprende Buzzini a piedi mentre scavalca il cancello della casa dove vive la nonna.
Sarà la 79enne a trovarlo in cortile alle sette di sabato, impiccato con una corda. Aveva i vestiti inzuppati fino alla vita, le scarpe coperte di fango. Ma nessun segno su braccia e gambe, neanche le ferite che il ragazzo avrebbe dovuto procurarsi per uscire dalle sponde del canale dopo un incidente.
Non ha lasciato biglietti, non aveva il telefono quindi è impossibile tracciarne a posteriori i movimenti.
«Un ragazzo solare, molto gentile», lo ricorda una vicina: «Stavano insieme da inizio anno. Erano molto uniti, non avrebbe mai potuto ucciderla».