Corriere della Sera

L’impresa di Justify il purosangue di Soros conquista la Triplice Corona

- Luigi Ferrarella

Non è vero ma ci credo: tradotta nell’ippica, la cabala vuole che, quando muore uno stallone, di colpo dilaghi «la voce del sangue», e cioè i suoi figli sparsi per il mondo comincino a galoppare come fulmini. Non sarà vero ma in effetti verrebbe da crederci ieri. Perché la giornata inizia negli Stati Uniti quando un orfano dello scomparso super stallone Scatt Daddy, l’imbattuto 3 anni Justify (foto) appartenen­te al China Horse Club e al finanziere George Soros, entra nella leggenda diventando il 13° vincitore (in 150 anni) della Triplice Corona. E prosegue in Italia quando nel giro di mezzora lo stallone inglese Poet’s Voice, morto il 19 marzo prima di poter festeggiar­e un mese fa a Capannelle il suo rampollo Summer Festival nel Derby Italiano, dal paradiso dei cavalli vede a San Siro prima suo figlio italiano Poeta Diletto vincere il Premio Carlo Vittadini, e poi soprattutt­o sua figlia tedesca Sand Zabeel trionfare nelle Oaks d’italia, massima classica per le femmine di 3 anni sui 2.200 metri da 400.000 euro. Alle redini di Sand Zabeel fa un miracolo il 43enne panamense (ma pluriscude­ttato in Germania) Eduardo Pedroza, uno dei pochi fantini di colore, che, nonostante la sella scivolata pericolosa­mente, riesce a respingere il forcing di Dario Vargiu in sella alla favorita italiana Flower Party e di Lanfranco Dettori con la pure indigena Sladina.

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