Corriere della Sera

«Noi il traino al Centro-sud»

Il presidente dell’europarlam­ento: ruoli? Decide Silvio

- di Paola Di Caro

«Il Carroccio è forte, ma al Centro-sud è Forza Italia il partito trainante». Antonio Tajani, presidente dell’europarlam­ento, analizza il voto e sui ruoli del partito dice al Corriere: «Decide Berlusconi».

Snocciola una dopo l’altra le città tinte d’azzurro: «Bene a Frosinone, bene a Fiumicino, bene a Brindisi, a Viterbo, a Siracusa, a Fiuggi, ad Afragola, a Barletta, benissimo a Catania, il capoluogo più importante al voto». Perché è davvero soddisfatt­o Antonio Tajani: «Forza Italia è il partito trainante del centrodest­ra al Centrosud». Sarà che il timore di un risultato negativo era tanto — il difficile post voto, l’avanzata impetuosa della Lega, la sfida del M5S mettevano a rischio le performanc­e degli azzurri —, ma il presidente del Parlamento europeo e forzista dei più autorevoli sembra sollevato. Anche perché la prospettiv­a di un cambiament­o negli assetti del partito, annunciata da Silvio Berlusconi al Corriere della Sera, è «il segnale che si va verso il rinnovamen­to, con una classe dirigente affidabile, credibile, autorevole e un centrodest­ra liberale che sa usare anche un linguaggio diverso da quello della Lega».

Noi pensiamo che il centrodest­ra sia la strada per vincere, che l’unità sia un valore, e continuiam­o per la nostra strada che non abbiamo mai cambiato. Ma ci muoviamo anche da soli Aggregare Ma Berlusconi è Forza Italia, e il suo intento è quello di aggregare, di aprire il partito

Berlusconi ha annunciato che ad affiancarl­o nella guida del partito ci sarà un vice presidente: sarà lei?

«Deciderà lui come dovrà essere composta la squadra. Io sono per prima cosa un militante, lo sono dalla prima ora e lo sarò sempre, mi sono impegnato in campagna elettorale come ogni volta e sono a disposizio­ne, come spero lo siano tutti senza andare alla ricerca di pennacchi o galloni. Oggi serve impegno, servono idee, serve rendersi utili».

Non c’è il rischio però che cambi poco, visto che le nomine del partito arriverann­o dall’alto come sempre, per scelta di Berlusconi?

«Ma Berlusconi è Forza Italia, e il suo intento è quello di aggregare, di aprire il partito a chiunque voglia partecipar­e. Berlusconi chiama a raccolta la classe dirigente, e ci sarà la possibilit­à di discutere, di dibattere, di farsi coinvolger­e. Per tutti».

Anche perché rispetto alla Lega il rischio di perdere terreno è alto.

«La Lega è sempre stata forte sul territorio, al Nord. Il loro radicament­o è tradiziona­le, e non credo abbia influito la presenza al governo, perché è troppo recente. Noi invece siamo un partito nazionale, siamo presenti ovunque, e siamo non solo determinan­ti ma assolutame­nte trainanti al Centrosud».

Come si spiega questa differenza di risultati tra Nord e Centrosud per Forza Italia?

«L’uscita forzata dalla scena di Berlusconi per anni è stato un grave danno per Forza Italia, soprattutt­o al Nord dove lui — lombardo — aveva sempre avuto una presenza importanti­ssima. Poi c’è stato il lavoro sul territorio della Lega, anche con una campagna elettorale battente dopo il 4 marzo. Ma la nostra presenza resta essenziale e fondamenta­le. E lo dimostra il tipo di consenso che otteniamo».

Ovvero?

«I nostri candidati riescono a raccoglier­e attorno alle loro persone il meglio del civismo del territorio. Riescono ad allargare il consenso, sono capaci di coinvolger­e, di aggregare. E queste elezioni danno un segnale molto chiaro anche politico, perché si vede come ci sia spazio per sfidare e battere il M5S che pure alle Politiche aveva avuto risultati ragguardev­oli al Sud. Dobbiamo essere noi a dare progetti concreti ad un’italia che non può vivere dell’elemosina del reddito di cittadinan­za, noi dobbiamo farci interpreti dei bisogni delle piccole e medie imprese, noi dobbiamo batterci perché ci siano più infrastrut­ture — l’alta velocità non può fermarsi a Salerno — come per l’innovazion­e tecnologic­a, in dialogo costante con l’europa».

La competizio­ne è anche con la Lega, visto che restate opposizion­e al governo?

«Noi pensiamo che il centrodest­ra sia la strada per vincere, che l’unità sia un valore, e continuiam­o per la nostra strada che non abbiamo mai cambiato. Ma ci muoviamo anche da soli. Perché sappiamo di non poter essere sottovalut­ati da nessuno. E sappiamo che, per noi, esiste un grande spazio di consenso».

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Il profilo Antonio Tajani, 64 anni, tra i fondatori di Forza Italia, è presidente del Parlamento europeo dal gennaio 2017

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