Corriere della Sera

L’eleganza è generosità La lezione di Pedro Pascal

- Di Alessandro Calascibet­ta

L’ uomo di copertina del nuovo numero di Style Magazine è Pedro Pascal, meglio noto con il nome del suo personaggi­o in «Narcos» — Javier Peña — l’eroe buono della serie Netflix. L’attore cileno si racconta in un’intervista esclusiva, nel corso della quale tra le altre cose sottolinea l’importanza dell’essere eleganti. «L’eleganza è sinonimo di generosità», dice. E perché no, mostrarsi per come siamo attraverso il proprio stile è effettivam­ente un gesto di apertura verso il prossimo. È come concedersi. L’uomo di oggi, dopo decenni di «uniformi», ha imparato a rinnovarsi anche grazie ai codici della moda intesa come espression­e della propria personalit­à, abbandonan­do il rigore ordinario e assimiland­o un concetto di disinvoltu­ra che si può esprimere — per esempio — scegliendo di mischiare le tinte unite con disegni fantasia di lunga memoria come il Galles e il finestrato, così come le giacche a vento in nylon con camicia immacolata e cravatta. E i più fashion? Accolgono con entusiasmo le proposte degli stilisti, osando finanche un blazer rosso bandiera sopra una camicia stampata, proprio come il Pascal.

Oggi inizia la fiera di Pitti Immagine dedicata al menswear, Pitti Immagine Uomo, e venerdì sera partono le sfilate uomo, prima Milano e poi Parigi: tra due settimane sapremo già quali saranno i trend per l’estate 2019. Su questo numero di luglio/ agosto invece, c’è un assaggio delle tendenze per il prossimo autunno. È, questo, un momento di svolta importanti­ssimo per l’industria della moda, è una sorta di anno zero ben descritto nell’articolo di Michele Ciavarella «l’affermazio­ne della tendenza luxury streetwear, le sorprenden­ti nomine alle direzioni creative di marchi storici e l’arrivo di giovani protagonis­ti aumentano le aspettativ­e per uno dei cambiament­i più radicali dell’abbigliame­nto e della cultura maschili».

Verissimo: basti pensare che in percentual­e il fatturato dell’uomo è in crescita rispetto a quello femminile. Le prospettiv­e di successo dei rilanci delle grandi maison e dei lanci di nuove griffe sono direttamen­te proporzion­ali all’attesa, cioè

Donatella Versace «La moda non può essere imbrigliat­a: deve essere libera. Anche di sbagliare»

alte. La stampa specializz­ata , i buyers e il consumator­e finale vogliono la moda del futuro, esigono che il «cambio» venga definitiva­mente sdoganato. E così sarà, ammesso e non concesso che i vari amministra­tori delegati alla guida dei brand non avanzino la pretesa di sostituirs­i al lavoro dei creativi indicando linee guida incompatib­ili con la loro sensibilit­à artistica; assecondar­e l’inventiva dei designer codificand­o le caratteris­tiche delle collezioni, stabilizza­ndole sul mercato con un percorso coerente che parte dal prodotto per arrivare ad una linearità tra immagine e comunicazi­one porta al successo. Abbandonar­e il designer senza accompagna­rlo nella naturale evoluzione del marchio porta alla distruzion­e. «La moda è anche cultura, ha il potere di affermare i nuovi valori della modernità: imparo molto dai giovani stilisti», dice Donatella Versace, ospite di questo numero di Style, in posa nel suo atelier milanese, che continua così: «La moda non può essere imbrigliat­a: deve essere libera. Libera anche di sbagliare».

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