«Più economia reale in Borsa Le tutele aumentano la fiducia»
La relazione di Nava (Consob): la politica rispetti la nostra indipendenza
MILANO «Il mercato non è un’entità astratta, il mercato siamo noi», ha ricordato Mario Nava, concludendo il suo discorso, ieri, al debutto in Piazza Affari come presidente della Consob. Un discorso incentrato soprattutto su come cambierà, con «una vigilanza proattiva», la Commissione nazionale per la società e la Borsa, «per rilanciarla e per rilanciare il mercato», una «doppia sfida» che prevede «una collaborazione più stretta con tutti gli stakeholder» e «una call for interest» per istituire un comitato di consultazione, composto da una trentina di membri al quale chiunque si può candidare. Il momento è «particolarmente delicato», Nava non lo nasconde. Ma per difendere l’indipendenza dalla politica, ieri assente giustificata («il governo si è appena insediato»), il presidente dell’authority ricorda subito che, come la Banca d’italia, il vertice della Consob viene nominato dal presidente della Repubblica. E, a ogni modo, c’è già «un cambio di passo» nelle relazioni tra le due autorità, che venerdì hanno siglato «un memorandum of understanding
Il mercato siamo noi «Ricordiamoci sempre che il mercato non è un’entità astratta, il mercato siamo noi»
che prevede un comitato strategico di alto livello al centro dello scambio di informazioni». Nava ha riconosciuto l’utilità del lavoro fatto dalla Commissione d’inchiesta sulle banche presieduta da Pier Ferdinando Casini.
Da una lato c’è l’esigenza di aiutare le aziende. «Nell’accesso al mercato ci sono ostacoli di vario tipo. Il messaggio è: la Consob c’è per aiutarvi», dice Nava. E nomina la fintech, che «può favorire il passaggio delle aziende dal debito delle banche all’equity». Ecco i numeri del ritardo: l’italia è la nona economia del mondo per Pil, ma solo 17a in termini di piazza finanziaria; la capitalizzazione rispetto al Pil è circa la metà di quella tedesca e dell’area euro, un terzo di quella francese e un quarto di quella inglese: e solo 2 società superano i 50 miliardi di capitalizzazione.
Dall’altro lato, però, c’è il bisogno di tutelare gli investitori: «Il 40% delle persone non sa di non sapere e non c’è peggiore investitore». Di più: «L’80% della popolazione non ha un piano finanziario». Per insegnare a investire Consob ha sviluppato un gioco di simulazione online con l’università di Trento. Anche «se investire non è un gioco». Serve fiducia. «La fiducia si alimenta con un sistema integrato di tutele». Ma «la prima regola della finanza è no risk, no return. Nessuna tutela eliminerà completamente il rischio». Sull’euro, però, nessuna esitazione. «Io sono il presidente dell’autorità responsabile per il risparmio degli italiani. Che è espresso in euro. È per me non c’è nessunissimo dubbio che l’euro è solido come una roccia».