Versatile, massima potenza, minimi consumi E la Mercedes ora è nervosa: «Siamo dietro»
Il rientro dal Canada è stato dolce, dolcissimo. Anche se non c’è stato il tempo per far festa: Sebastian Vettel, appena sceso dal podio, è salito sull’aereo che lo ha riportato a casa. Magari organizzerà un brindisi all’ultimo minuto in uno dei suoi ristoranti preferiti di Maranello, come ha già fatto in altre occasioni. Qualunque cosa decida il tedesco, il successo di Montreal, il 50° in carriera, resterà una dei più belli ed emozionanti. Bottino pieno e di nuovo sul tetto del Mondiale. Un punto di vantaggio su Lewis Hamilton è un niente, ma a livello psicologico ne vale cento. Perché la Ferrari non ha solo vinto, ha dominato. «Seb è stato epico — dice l’ex campione del mondo Nico Rosberg — e merita di essere il leader del campionato». Giorni così riempiono di fiducia, il carburante giusto alla vigilia del tour più massacrante di sempre. Cinque gare in un mese, al solo pensiero viene il mal di testa agli uomini della logistica. E non sono gli unici.
Il calendario non concede tregua, si parte con il «trittico», un’inedito per la F1 (nella Motogp invece è tradizione): il 24 giugno si torna dopo 28 anni a Le Castellet per il Gp di Francia, poi sette giorni dopo si va al Red Bull Ring in Austria e la settimana successiva a Silverstone. Tre piste velocissime. Infine nelle ultime due domeniche di luglio si corre in Germania e Ungheria. Il campionato si gioca in questo lunghissimo round europeo prima della pausa estiva dove l’affidabilità è uno dei fattori chiave.
Con tappe così ravvicinate sarà fondamentale preservare la durata delle power unit prima del prossimo cambio, che dovrebbe avvenire a fine agosto nel Gp del Belgio. La Ferrari ha dimostrato di essere la macchina più versatile e completa, ora dovrà essere anche molto solida: le tre vittorie stagionali sono maturate su piste completamente diverse fra loro e se non ci fosse stata la safety car in Cina oggi racconteremo di un poker. Maurizio Arrivabene ha detto una grande verità: «Non esistono circuiti maledetti o benedetti. Esistono circuiti dove devi vincere. Punto». E non c’è miglior banco di prova della cinquina di Gp in arrivo. La Rossa deve sfruttare più che può il nervosismo della Mercedes, non abituata a prendere sberle del genere. Toto Wolff suona la sveglia ai suoi: «Siamo indietro in tutte le aree. Abbiamo fatto un risultato di m..., il Canada non era il posto per limitare i danni ma per portare a casa più punti possibile». L’aver ritardato il debutto dei nuovi motori(arriveranno in Francia) per una grana sulla qualità evidenzia una certa fatica nel tenere il passo in questa corsa ai limiti dello sviluppo. L’allarme nelle fabbriche inglesi, e nel quartier generale di Stoccarda, è alto e preoccupano anche i progressi della Red Bull.
Dietro alla cavalcata trionfale di Vettel si nascondono alcuni segreti: il tedesco ha tenuto a distanza di sicurezza Bottas e Verstappen per poi amministrare, e non solo grazie ai cavalli in più. La potenza ha avuto un suo peso, ma più determinante è stata la capacità del nuovo V6 ibrido di bere poco. È sempre stato uno dei punti di forza della Mercedes, mentre domenica Bottas ha tagliato il traguardo con il serbatoio quasi vuoto. A Niki Lauda non è sfuggito il miglioramento dei rivali: «Hanno una macchina e un motore fantastico. E hanno il miglior indice di consumo: giravano su ritmi infernali per tutta la gara. Dobbiamo lavorare veramente duro per riprenderli». Sì, questa Ferrari fa paura.
Tappe ravvicinate Tre gare in tre settimane: occorre preservare la durata della power unit