Corriere della Sera

Alta tensione tra Italia e Francia

Critiche anche da Madrid, elogi da Orbán. Navi italiane porteranno a Valencia 500 dei 629 dell’aquarius Da Macron accuse di «cinismo» sui migranti. Conte: ipocrisie. E ora il vertice è a rischio

- Fabrizio Caccia

Scontro tra Italia e Francia sulla gestione dei migranti. Il caso è nato dalla nave Aquarius con a bordo 629 profughi partiti dalla Libia e ora diretti a Valencia. Il presidente francese Macron denuncia il «cinismo» dell’italia. E il portavoce del partito «En Marche» giudica «vomitevole» il rifiuto dell’accoglienz­a. Il premier Giuseppe Conte: «Ipocrisie».

Tra 48 ore, a Parigi, ci sarebbe in calendario il primo incontro tra il presidente francese Emmanuel Macron e il premier italiano Giuseppe Conte. Il condiziona­le, però, è d’obbligo. La visita, per adesso, non è cancellata ma a Palazzo Chigi, si sottolinea, «c’è irritazion­e» dopo l’aspro scontro di ieri sulla questione Aquarius. Macron, infatti, ha definito «irresponsa­bile» e «cinica» la decisione italiana di negare un porto alla nave di Medici Senza Frontiere e Sos Méditerran­ée con 629 migranti. Addirittur­a «vomitevole», secondo Gabriel Attal, portavoce di «En Marche», il partito fondato dal presidente francese. Parole giudicate «sorprenden­ti» da Palazzo Chigi che ha subito replicato duramente all’eliseo: «L’italia non può accettare lezioni ipocrite da Paesi che in tema di immigrazio­ne hanno sempre preferito voltare la testa dall’altra parte». Alle accuse francesi si è poi aggiunta la Spagna, che aspetta a Valencia l’arrivo di Aquarius: «Ci possono essere responsabi­lità penali internazio­nali per la violazione dei trattati sui diritti umani da parte dell’italia», ha detto la ministra della Giustizia, Dolores Delgado. Il ministro dell’interno Matteo Salvini, che stamattina riferirà in Senato, ha twittato: «La Spagna ci vuole denunciare, la Francia dice che sono vomitevole. Io voglio lavorare serenament­e con tutti, ma con un principio: #primagliit­aliani».

Ha invece esultato per il no di Salvini all’aquarius il premier ungherese Viktor Orban: «Finalmente!». Insomma, brutto clima in vista del vertice Ue di fine giugno. Tanto che dalla Germania arriva l’appello all’unità della Cancellier­a Angela Merkel, che vedrà Conte a Berlino lunedì: «Sull’immigrazio­ne illegale dobbiamo rispondere in modo unitario. Questo tema ha il potenziale di danneggiar­e l’europa». Prova allora a far da paciere il commissari­o europeo all’immigrazio­ne, Dimitris Avramopoul­os: «Nessuno crede che quanto accaduto sia solo una responsabi­lità italiana, maltese o spagnola. È una responsabi­lità europea e richiede una risposta europea». Già. E infatti c’è appena stato un altro naufragio a 20 miglia dalla Libia: ieri sul posto è intervenut­a la Marina degli Stati Uniti che ha soccorso 41 persone e recuperato 12 cadaveri, poi ha chiamato in aiuto l’ong tedesca Sea Watch 3 per il trasbordo dei migranti. Ma la nave della Ong, battente bandiera olandese, ha posto una condizione: li accoglierà a bordo solo se da Roma si vedrà assegnato «un porto sicuro ragionevol­mente vicino». Tradotto: la Sicilia, non Valencia, dove Aquarius arriverà scortata da due navi italiane che ieri hanno preso in carico 400 dei 629 migranti. Ma Roma cosa deciderà? «Valuteremo — dice Salvini —. Le navi di associazio­ni straniere possono rivolgersi ai Paesi di provenienz­a...». Così, non si ferma l’ondata di protesta del fronte #portiapert­i per dire «noi stiamo con l’aquarius». Ieri in piazza Scala a Milano c’erano migliaia di partecipan­ti, ma sit in ci sono stati in tutta Italia, da Torino a Lecce.

Oggi si replica a Napoli e Livorno. La linea del governo, però, sembra tracciata: nei porti italiani attraccano solo le nostre navi. Come la «Diciotti» della Guardia Costiera che con altri 932 migranti sbarcherà a Catania.

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