LA TELA STRAPPATA
T utti contro tutti, in questa Europa che vacilla. Ma lo scontro tra Italia e Francia ha un sapore ancora più amaro dei conflitti prodotti dalla non volontà di ammettere che l’emergenza è stata affrontata ignorando le difficoltà di chi è più esposto (come noi) all’ondata dei dannati della Terra. Forse sarebbe stato possibile, invece, trovare un linguaggio comune tra due Paesi non governati da quelle famiglie politiche che hanno garantito uno status quo messo a dura prova da nuove insofferenze. Erano giunti segnali in questa direzione dopo la nascita del governo Conte. Ma le parole di ieri sono una svolta. Sembrano passati secoli dai risolini di Sarkozy (e di Merkel) sull’affidabilità dell’italia. La tela è più strappata.
Come ha detto il presidente del Parlamento europeo Tajani, «il problema dei migranti rischia di far esplodere contraddizioni che faranno un danno enorme». Sta accadendo così. È inutile dire che l’iniziativa del ministro Salvini di negare l’approdo alla Aquarius è stata un gigantesco sasso gettato in un Mediterraneo nel quale l’italia non ha mai ricevuto la solidarietà necessaria. Quando le muraglie di acqua prodotte da questo tsunami si ritireranno, non sarà facile ricostruire. Dovremmo però avere le idee più chiare: questa battaglia non si può vincere da soli.