Corriere della Sera

LA POLEMICA SUI MIGRANTI RICOMPATTA L’ESECUTIVO

- di Massimo Franco

La risacca politica europea sui migranti era prevedibil­e. E non è chiaro se preluda a un isolamento dell’italia rispetto ai tradiziona­li alleati. Ma l’attacco della Francia e, in parte, della Spagna, ha una virulenza che può solo acuire la tensione e i riflessi nazionalis­tici. E permette al governo, soprattutt­o alla Lega, di rivendicar­e la linea dura. Definire «vomitevole» la scelta del ministro dell’interno Matteo Salvini di rifiutare l’attracco della nave Aquarius nei nostri porti può placare l’indignazio­ne di una parte dell’opinione pubblica francese. Ma non risolve il problema e esaspera quella italiana.

Le parole del portavoce del presidente Emmanuel Macron risuscitan­o i fantasmi delle barriere erette al confine con Ventimigli­a per impedire il passaggio di migranti; o dei gendarmi francesi che sconfinano a Bardonecch­ia per controllar­e alcuni africani. E offrono altra materia polemica a M5S e Lega, che si fanno forti di un’italia magari divisa sui migranti, eppure insofferen­te verso i rimproveri dall’estero, dopo anni di indifferen­za. Semmai, è più insidiosa la segnalazio­ne spagnola, secondo la quale il «no» di Italia e Malta potrebbe comportare misure penali.

Non è chiaro quanto sia fondata giuridicam­ente. Ma arriva dalla nazione che ha accettato di far sbarcare i 629 migranti di Aquarius. Il «proprio loro parlano!», col quale il vicepremie­r Luigi Di Maio commenta la presa di posizione dell’eliseo è significat­iva. Il problema è che senza una via d’uscita, l’italia potrebbe trovarsi in una tenaglia che la costringe a una guerra verbale infinita. Di certo, attacchi di questo tenore compattano la maggioranz­a.

E diplomatiz­zano i malumori dei Cinque Stelle su un protagonis­mo salviniano che tende a abbattere le competenze tra ministeri e rende il leader del Carroccio l’apparente capo del governo. In più, azzera la possibilit­à di un avviciname­nto tra Di Maio e il partito di Macron, En Marche, in vista delle Europee del 2019. Perfino l’ex ministro Pd, Carlo Calenda invita la Francia a non darci lezioni, sebbene parli di «spot elettorale» del Carroccio: a due giorni dall’incontro tra il premier Giuseppe Conte e Macron.

Se non è uno spot elettorale, comunque la vicenda avvantaggi­a il governo. Salvini si sente incoraggia­to a proseguire su una linea spregiudic­ata contro gli sbarchi. La più preoccupat­a sembra la Commission­e europea. «L’italia è stato un Paese molto impegnato e europeo» sui migranti. «La sosteniamo... Tutti gli Stati devono assumersi una parte di responsabi­lità», sostiene il commissari­o Dimitris Avramopoul­os. Ma col dialogo spezzato si preparano altre tragedie in mare: col rischio che diventino bandiere opposte delle campagne elettorali.

Il rischio che l’immigrazio­ne e le possibili tragedie in mare diventino una bandiera delle campagne elettorali

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